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Vicenza

Computer ko
Bloccati almeno
500 processi

La sede del tribunale di borgo Berga. Almeno 500 fascicoli dopo la sentenza di primo grado sono bloccati in attesa dell’Appello
La sede del tribunale di borgo Berga. Almeno 500 fascicoli dopo la sentenza di primo grado sono bloccati in attesa dell’Appello
La sede del tribunale di borgo Berga. Almeno 500 fascicoli dopo la sentenza di primo grado sono bloccati in attesa dell’Appello
La sede del tribunale di borgo Berga. Almeno 500 fascicoli dopo la sentenza di primo grado sono bloccati in attesa dell’Appello

VICENZA. Fermi. Bloccati in un limbo informatico che non consente ai processi di proseguire e agli imputati di vedere riconosciute, o rigettate, le loro istanze d’appello. Si tratta di circa 500 fascicoli (100 solo quelli che fanno riferimento alle sentenze emesse dai giudici per le indagini preliminari) di altrettanti processi che dal tribunale di Vicenza non riescono ad arrivare alla Corte d’Appello di Venezia.

Ma il caso si ingigantisce se si espande l’orizzonte guardando a tutto il Veneto. Dove i fascicoli fermi salgono a circa 16 mila, una cifra “monstre”.

Il motivo dell’ingorgo? I sistemi informatici dei due palazzi di giustizia non si “parlano”. E così se alcuni fascicoli non si muovono dalla “terra di mezzo” in cui sono intrappolati, altri vengono addirittura rispediti al mittente. Ovvero Venezia, non riuscendo ancora a leggerli dal punto di vista informatico, li rimanda alla casella di partenza.

E le conseguenze sono che le cause si fermano. Non vengono più discusse. E che gli imputati, in attesa del secondo grado di giudizio, possono anche rischiare di rimanere in carcere da innocenti, oppure liberi da colpevoli.

I casi, secondo gli ultimi rilevamenti, sarebbero circa 500, e tra questi, appunto, almeno un centinaio quelli del gip. A cui, nelle ultime settimane, sono stati rispediti da Venezia una quarantina di fascicoli.

L’origine della strozzatura che provoca l’impasse burocratica nasce dall’informatizzazione dei fascicoli. Che un tempo si trasferivano da Vicenza alla Corte d’Appello lagunare “fisicamente”. Ora invece, grazie a un nuovo software, il tutto avviene attraverso il web. Però quella che doveva essere una procedura “snellente” per velocizzare i tempi della giustizia in realtà la rallenta in maniera impietosa rischiando di incidere sui tempi della prescrizione e di dilatare invece la possibilità di avere un regolare processo. Concretamente succede che dopo la sentenza di primo grado il nostro ordinamento preveda la possibilità di ricorrere in appello. E qui, dunque, il fascicolo da Vicenza deve passare a Venezia. Per il pronunciamento della Corte d’Appello. Invece la procedura si blocca. I sistemi informatici, di fatto uguali sia per il nostro tribunale sia per quello veneziano, in realtà non comunicano tra loro. Alla base anche una diversa formazione, dal punto di vista dei tempi, dei dipendenti.

Nel nostro tribunale il personale tecnico-amministrativo ha già partecipato ai corsi di formazione ministeriali. A Venezia, al contrario, sono in ritardo. I corsi sarebbero infatti iniziati solo quest’estate.

E la diversa scansione temporale finisce col provocare un gap (inteso come ritardo) sempre più problematico. Poi ci sono proprio le criticità tecniche. Con piattaforme informatiche apparentemente uguali in tutto e per tutto, ma che in realtà starebbero dimostrando problematicità nel “leggere” quanto inviato dalle procure e dagli uffici gip non solo di Vicenza, ma di tutte le province del Veneto. Dove i processi d’Appello continuano a essere bloccati nel “limbo”.

Matteo Bernardini

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