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Cocci sotto la torre
Scatta l’allarme
Un drone in piazza

Il drone utilizzato per controllare la superficie della torre. COLORFOTOI cocci recuperati ai piedi della torre. Alcuni misurano 10 centimetriDopo il ritrovamento del materiale, il campanile è stato transennatoIl drone ieri pomeriggio  ha sorvolato la torre, alta 82 metri
Il drone utilizzato per controllare la superficie della torre. COLORFOTOI cocci recuperati ai piedi della torre. Alcuni misurano 10 centimetriDopo il ritrovamento del materiale, il campanile è stato transennatoIl drone ieri pomeriggio ha sorvolato la torre, alta 82 metri
Il drone utilizzato per controllare la superficie della torre. COLORFOTOI cocci recuperati ai piedi della torre. Alcuni misurano 10 centimetriDopo il ritrovamento del materiale, il campanile è stato transennatoIl drone ieri pomeriggio  ha sorvolato la torre, alta 82 metri
Il drone utilizzato per controllare la superficie della torre. COLORFOTOI cocci recuperati ai piedi della torre. Alcuni misurano 10 centimetriDopo il ritrovamento del materiale, il campanile è stato transennatoIl drone ieri pomeriggio ha sorvolato la torre, alta 82 metri

Una manciata di frammenti di laterizio, alcuni della dimensione di una decina di centimetri, ai piedi della torre Bissara. La lancetta del grande orologio che domina la piazza ha da poco superato le 9 del mattino e attorno alla polizia locale e ai tecnici del Comune si forma un capannello di curiosi. Uno sguardo a terra e uno al campanile per cercare il punto esatto da cui quel materiale sembra essersi staccato. Sembra, appunto. Perché, nel pomeriggio, dopo i primi controlli che richiedono anche l’intervento di un drone, il risultato che emerge è un altro: i frammenti non avrebbero nulla a che fare con la torre. L’allarme si sgonfia e spunta il sospetto di una burla ai danni del Comune.

L’ALLARME. La giornata di ieri per il Comune si è aperta con un allarme. Tutto inizia dopo le 9. Qualcuno, forse un passante, si accorge che ai piedi della torre Bissara, sul lato della Basilica palladiana, ci sono dei frammenti di laterizio. Piccole schegge, ma anche pezzi più grandi, fino a 10 centimetri. Il pensiero più immediato è che provengano proprio dal campanile che, guarda caso, è in procinto di essere sottoposto a un lungo monitoraggio per la messa in sicurezza. Intervengono la polizia locale, che transenna l’area per evitare altri crolli, e i tecnici del Comune, compreso il direttore Infrastrutture e gestione urbana, Diego Galiazzo, che prende in carico il problema. A un primo sguardo emergono già delle stranezze: il materiale sembra recente, tutt’altro che compatibile con una struttura che ha almeno 800 anni di storia alle spalle. Ma le verifiche vanno avanti e non si esclude che quei cocci possano essere il risultato di qualche distacco. Del resto la torre, che risale al 1174 e pende visibilmente, è una sorvegliata speciale. La giunta, lo scorso novembre, ha approvato il progetto di monitoraggio. L’obiettivo è misurare le oscillazioni per poi procedere con l’eventuale messa in sicurezza (la lettura, però, non inizierà prima di settembre).

DRONE IN AZIONE. Il settore Lavori pubblici decide di mobilitare gli uffici della protezione civile che intervengono nel pomeriggio con un drone. Il dispositivo radiocomandato, sul quale è montata una telecamera, entra in azione dopo le 15. Ai comandi c’è Gianluca Peruzzi, volontario della protezione civile. È presente anche l’assessore alla sicurezza Dario Rotondi che osserva le operazioni: «Queste attrezzature sono utili perché ci permettono di eseguire verifiche approfondite». L’occhio elettronico passa in rassegna la facciata centrale. Il filmato, in alta risoluzione, viene visionato dagli esperti che poco dopo sentenziano: «A seguito di una prima analisi non si è rilevata alcuna zona con fori compatibili con i distacchi presenti a terra e quindi si esclude che siano della torre Bissara». Nessuno scrostamento sospetto, nessuna differenza di colore sulla struttura - il cui rivestimento risulta in molte parti usurato - che possa far pensare che quei pezzi siano crollati dal campanile.

IL GIALLO. Nella breve relazione si evidenzia il fatto che «il materiale raccolto non è dello stesso tipo di quello di cui è formata la torre» e si assicura pure che «a breve verranno rimosse le transenne». Tutto risolto? Quasi. Perché, una volta appurato, almeno per il momento, che i calcinacci non appartengono alla struttura, ci si interroga sulla loro reale provenienza. Non si esclude siano stati prelevati da qualche altro luogo. Una delle ipotesi, considerando il colore e la lavorazione, è che siano stati asportati dall’esedra di Campo Marzo. Ma è presto per dirlo e si attendono ulteriori verifiche.

Laura Pilastro

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