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Vicenza

Coca e clandestini
Ex vice-questore
tra i 15 indagati

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Gli uffici della questura in viale Milano
Gli uffici della questura in viale Milano
Gli uffici della questura in viale Milano
Gli uffici della questura in viale Milano

VICENZA. Due anni d'indagini e oggi la chiusura del cerchio: la polizia ha sgominato un gruppo criminale italo-albanese che gestiva un vasto giro di droga, corruzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Complessivamente sono state denunciate 15 persone che devono rispondere, a vario titolo, di vendita e detenzione di sostanze stupefacenti, estorsione, favoreggiamento aggravato dell'ingresso e della permanenza illegale in Italia di clandestini, impiego di lavoratori irregolari, falso in titolo di soggiorno, corruzione, omissione di atti d'ufficio, traffico di influenze illecite, favoreggiamento, falso materiale e ideologico in atti pubblici e autorizzazioni amministrative.

In base a quanto è stato ricostruito il gruppo era riuscito a mettere in piedi una fiorente attività di spaccio: la cocaina, acquistata in diverse città del Nord, veniva poi venduta a clienti del Vicentino.

I pagamenti dovevano essere puntuali: in caso di ritardi scattavano aggressioni e minacce. Non solo. La banda era anche riuscita a far ottenere a quattro membri i permessi di soggiorno. Questo attraverso la corruzione dell'ex dirigente della squadra mobile Michele Marchese che, in cambio di cocaina fornita dal capo dell'organizzazione, aveva fatto in modo di ottenere dall'ufficio immigrazione i documenti per gli albanesi, spacciandoli per collaboratori di giustizia e, in un caso, fornendo una ricevuta falsa. Il funzionario è indagato anche per omissione di atti d'ufficio e falso in atto pubblico (aveva  falsificato documenti per evitare a un componente della banda la sospensione della patente). 

Durante le indagini sono state emesse due misure cautelari: una in carcere (per il capo del gruppo) e una interdittiva per il funzionario (sospeso dai pubblici uffici della polizia).

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