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Classifica degli stipendi
I vicentini al 33° posto
con 1.330 euro al mese

Vicenza si colloca nella prima parte della graduatoria nazionale per l’ammontare dello stipendio medio
Vicenza si colloca nella prima parte della graduatoria nazionale per l’ammontare dello stipendio medio
Vicenza si colloca nella prima parte della graduatoria nazionale per l’ammontare dello stipendio medio
Vicenza si colloca nella prima parte della graduatoria nazionale per l’ammontare dello stipendio medio

È la regola del pollo di Trilussa: c’è chi in questa media forse si riconoscerà, chi la vedrà come una cifra molto distante, per eccesso o difetto, dalla propria busta paga. Sta di fatto che secondo il report 2016 dell’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro, la provincia di Vicenza si colloca al 33esimo posto nella classifica degli stipendi più alti, con una retribuzione media di 1.331 euro, sopra la media nazionale che si attesta sui 1.315. Ma accanto a questo dato, che alla vigilia della festa del Primo Maggio emerge dalla seconda articolata edizione del rapporto “Le dinamiche del mercato del lavoro”, ce n’è un altro che spicca: e cioè il tasso di disoccupazione che con il 6,2 per cento vede il Vicentino tra le 10 province con i valori più bassi.

L’INDAGINE. È Bolzano a svettare in tutti i sensi, sia nella classifica delle retribuzioni italiane, con 1.476 euro, sia in quella dei tassi di disoccupazione che nella provincia altoatesina risultano ai minimi (3,7 per cento). Ma 33 posizioni più giù, nel primo terzo della lista, dopo molti centri di Lombardia, Piemonte, Lazio, Toscana, sotto Belluno (1.365 euro) e Padova (1.336), alla 33 esima posizione su 110, spunta Vicenza, terza provincia del Veneto a comparire nell’elenco. Per trovare le sorelle venete, occorre scendere alle posizioni numero 40 con Venezia (1.323 euro), 41 con Treviso (1.318), 53 con Verona (1.286), 54 con Rovigo (1.282). Ma c’è dell’altro: perché, scorrendo l’indagine, emerge anche che con il 6,2 per cento Vicenza è le dieci province con il tasso di disoccupazione più basso.

I COMMENTI DEI SINDACATI. Su questi risultati arrivano anche le reazioni dei sindacati. «Difficile esprimere un giudizio - spiega Giampaolo Zanni, segretario generale della Cgil vicentina - Tuttavia, l’indagine riflette comunque una situazione che avevamo già rilevato, cioè che il livello di retribuzione è inferiore alla Lombardia e al Piemonte e potrebbe certamente migliorare». Indagine alla mano, Zanni si sofferma anche su un’altra tabella: «Vicenza si colloca al 15esimo posto per efficienza e innovazione del mercato del lavoro. È il segnale di un tessuto economico che è riuscito a far fronte alla crisi, anche se dal nostro punto di vista permane ancora il problema cioè di chi ha perso lavoro e non riesce a ricollocarsi e dei giovani che anche con un titolo di studio fanno fatica a trovare un’occupazione». Anche Raffaele Consiglio, segretario generale della Cisl vicentina prende con le pinze il dato sulle retribuzioni: «Non so come sia stata costruita la classifica. Mi sembra strano che Vicenza preceda Venezia e Verona, forse perché da noi il manifatturiero è ancora forte. Diverso il discorso per quanto riguarda il tasso di disoccupazione, rimasto basso nonostante la crisi. Dal nostro osservatorio, comunque, la nostra provincia ha perso grossi punti di competitività».

IL LAVORO E I VENETI. Alla vigilia della festa dei lavoratori, il governatore del Veneto, Luca Zaia, interviene sul significato della ricorrenza, per dire che «la festa del Primo Maggio quest’anno in Veneto assume tanti volti: penso ai 130 operai della Miteni, che difendono con preoccupazione il diritto alla salute e quello all’occupazione sostenendo con responsabilità un coraggioso progetto di riconversione della loro azienda, e agli 11 mila di dipendenti delle Popolari venete, che guardano con apprensione al piano di salvataggio di Popolare Vicenza e di Veneto Banca». «Dal 2008 ad oggi il Veneto - continua il presidente - ha perso 60 mila posti di lavoro e 14 mila imprese. Ma nel contempo risulta una delle regioni che meglio ha saputo reagire alla frenata dell’economia. La Regione è a fianco di lavoratori e imprese, vero capitale di questa terra».

Laura Pilastro

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