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Vicenza

Choc anafilattico
in tribunale
Salva in extremis

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Il tribunale di Vicenza
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Il tribunale di Vicenza

VICENZA. «A un certo punto ho pensato che non avrei mai più rivisto i miei due bambini. Sono stati momenti terribili. Se sono ancora viva è un miracolo. Devo dire grazie a chi mi ha prontamente soccorso: due colleghe, una cancelliera e poi al personale del Suem 118. Se sono tornata a casa ad abbracciare i miei bimbi lo devo a loro». Ana Maria Codreanu è un avvocato che esercita a Padova. Giovedì mattina era arrivata a Vicenza per rappresentare un suo assistito implicato in un processo penale. Ma mentre stava scendendo le scale per arrivare in una delle aule sistemate al piano interrato del palazzo di giustizia di Borgo Berga, l’avvocato Codreanu è stata punta da un insetto al braccio destro subendo uno choc anafilattico.

 

Inizialmente la cosa non sembra nulla di rilevante. Poi però la situazione, quando il legale raggiunge l’aula e si sta apprestando a iniziare l’udienza, pochi minuti prima delle 10, precipita. «Ho cominciato a faticare a respirare - ricorda la penalista -. Tutto è avvenuto in una manciata di secondi; ho avvertito il mio corpo perdere di consistenza. Ho urlato. Con tutto il fiato che mi restava. Forse l’ho fatto per dimostrare a me stessa che ero ancora viva anche se avevo paura che ormai per me non ci fosse più niente da fare».

 

Invece è proprio in quel momento che corrono in soccorso di Ana Maria Codreanu due colleghe e una cancelliera. L’avvocato viene fatta stendere sul pavimento dell’aula e rassicurata. Nel frattempo si precipitano al piano “meno uno” del tribunale anche le guardie della sicurezza privata in servizio all’ingresso. Viene immediatamente composto il 118 e richiesta, con urgenza, un’ambulanza. Il personale medico e infermieristico del Suem 118 arriva a Borgo Berga in un attimo. Ai soccorritori la situazione appare subito chiara: l’avvocato è stata punta da un insetto e ha subito uno choc anafilattico. Le viene quindi somministrata una dose di adrenalina. Il respiro, in pochi istanti, inizia a tornare regolare così come i battiti cardiaci. La donna viene comunque accompagnata al pronto soccorso e tenuta in osservazione per qualche ora. Dopodiché viene dimessa.

 

Matteo Bernardini

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