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Vicenza

Chat di condominio
per difendersi
dai colpi dei ladri

Su WhatsApp nascono gruppi di controllo di vicinato
Su WhatsApp nascono gruppi di controllo di vicinato
Su WhatsApp nascono gruppi di controllo di vicinato
Su WhatsApp nascono gruppi di controllo di vicinato

 

VICENZA. «Attenzione, c’è uno sconosciuto con una felpa grigia che sta curiosando al secondo piano». Oppure: «Guarda che hai una macchina “strana” davanti a casa, ci sono ospiti?». Si chiama sicurezza partecipata e rispetto a telecamere, ronde e fucili a pompa presenta vantaggi notevoli: è gratis e non si corre il rischio di denunce. Negli Stati Uniti, dove esiste da anni, si chiamaneighbourhood watch, cioè “controllo del vicinato”. Una prassi già adottata nelle grandi città italiane e che i carabinieri stanno suggerendo di importare anche nei centri minori. Sfruttando le nuove tecnologie, come WhatsApp e i social network.

GRUPPI WHATSAPP. WhatsApp è una applicazione per lo smartphone che in molti utilizzano quotidianamente. Ci sono i gruppi per il calcetto, per il sabato sera e per la scuola dei figli. Ancora più utile può essere creare una chat per difendersi dai ladri. Il concetto è quello di guardare non solo il proprio orticello, ma anche quello del vicino. Il quale un domani potrebbe ricambiare il favore. C’è un’auto sospetta? Un rumore strano? Un allarme che suona? Invece di chiudere la finestra, si invia un messaggino collettivo. I gruppi su WhatsApp possono ospitare fino a 50 persone e possono essere organizzati per condominio, per via o per quartiere, a seconda della densità e del territorio. Chi ha meno dimestichezza con la tecnologia, può chiamare in soccorso il figlio o il nipote. L’importante, se scatta un campanello d’allarme, è di trasmettere la segnalazione a carabinieri o polizia.

ALLACCIO AL 112. Ancora meglio è che l’allarme, se presente, si colleghi automaticamente alle centrali operative delle forze dell’ordine. È più facile di quanto si pensi e può farlo chiunque, anche un privato. Basta acquistare un combinatore telefonico (i più economici costano poche decine di euro), che si appende al muro di fronte alla porta o alla finestra e in caso di intrusione invia il segnale direttamente al 112 o al 113. Per chiedere il collegamento basta recarsi nel comando o nella stazione competente e compilare un modulo nel quale vanno segnalati l’indirizzo dell’abitazione, il nome e il numero di telefono di una persona reperibile e in possesso delle chiavi. Il rischio di interventi a vuoto? Esiste, spiegano i carabinieri, ma meglio tanti falsi allarmi che subire un furto in casa senza che nessuno nemmeno provi a fermare i predoni.

«TOCCA A VOI». Oltre al rafforzamento di sistema di sicurezza attiva, come i sistemi di allarme, e passiva, come inferriate e grate, quello di tenere gli occhi aperti e di collaborare tra cittadini è un consiglio che i militari dell’Arma ripetono quasi quotidianamente negli incontri con la popolazione. L’ultima volta ieri sera a Montegalda, una delle zone più “battute” dai ladri, dove il comandante del radiomobile di Vicenza, il sottotenente Sebastiano Russo, e il maresciallo Vincenzo D’Anna, comandante della stazione di Longare, hanno ribadito l’importanza della sicurezza partecipata e del ruolo dei cittadini. Per le forze dell’ordine non è un modo di lavarsene le mani: l’ondata di furti dei mesi scorsi è in calo anche grazie ai controlli straordinari messi in piedi dai carabinieri, che hanno portato alla denuncia di diversi malintenzionati e al recupero di alcune auto rubate. Ora tocca ai cittadini. Non come successo in almeno due occasioni nel Basso Vicentino, dove alcuni residenti hanno esploso dei colpi in aria. Sono atteggiamenti pericolosi, hanno spiegato i militari, da parte di cittadini, indiscutibilmente esasperati e spaventati, che però ignorano le eventuali conseguenze penali di quegli spari. Meglio un testimone che una vittima: per difendersi dai ladri un telefonino può essere addirittura più utile di un fucile.

Paolo Mutterle

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