<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
La supestrada

Caos Pedemontana
Scontro a distanza
tra Veneto e Roma

Un cantiere della Superstrada pedemontana veneta
Un cantiere della Superstrada pedemontana veneta
Un cantiere della Superstrada pedemontana veneta
Un cantiere della Superstrada pedemontana veneta

Ipotesi di sabotaggio, spaccature nel governo, accuse dalla Regione che Roma rispedisce al mittente. E su tutto, lo spettro del blocco di un’opera già in fase di avanzamento. L’iter per la realizzazione della Superstrada pedemontana veneta si sta ingarbugliando sempre più col passare delle ore. Soprattutto dopo la notizia che il finanziamento per l’opera resta bloccato e che la Cassa depositi e prestiti dovrebbe prendere atto che il progetto, finanziariamente, non sta in piedi. E l’argomento diventa ora terreno di scontro politico.

SABOTAGGIO. A dare fiato alle trombe è il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti. «Chi vuole sabotare l’asse della futura metropoli reticolare del Veneto centrale?», si chiede, per poi attaccare Achille Variati. «Sembra impossibile che il presidente della Provincia di Vicenza sia stato silente avallando il “niet” della Cassa depositi e prestiti su un’opera che riguarda direttamente la fascia più dinamica dell’intero Vicentino». Variati, a distanza, si limita a ricordare: «Nessuno, dalla Regione, mi ha mai chiesto nulla sulla Pedemontana». Per Ciambetti, a decidere sono i “grandi burattinai”: «Forse non è un caso se a mettersi di traverso sulla Pedemontana veneta sia stato il sottosegretario Claudio De Vincenti, l’uomo che emerge nelle grandi trattative industriali scottanti e talvolta opache degli ultimi anni». Il leghista si spinge oltre: «È chiaro che il Veneto, dopo la mazzata delle banche popolari, con il blocco della Pedemontana andrebbe incontro ad una fase critica, che scaverebbe un solco tra la nostra realtà sociopolitica-economica e l’Europa avanzata».

RESPONSABILITÀ. Di tenore opposto le dichiarazioni del deputato del Pd Filippo Crimì. «Pur considerando necessario che i lavori proseguano e l’opera venga conclusa, chiedo che il Governatore del Veneto Zaia faccia chiarezza urgentemente sulla questione senza scaricare colpe inesistenti sul governo ed assumendosi tutte le responsabilità. Non è più accettabile che tocchi sempre allo Stato intervenire per garantire i project financing “alla veneta”». I nodi, per Crimì, sono legati alle stime sui flussi di traffico. «Il problema che emerge è dato dal fatto che la stabilità finanziaria del progetto è basata su una valutazione sovrastimata del futuro traffico pedemontano. La principale preoccupazione è che queste gravi problematiche finanziarie, sempre più avvolte da una fitta nebbia, blocchino l’opera inducendo la Regione a chiedere un ulteriore aiuto statale». È il calcolo dei pedaggi futuri che permette di stabilire se oggi il consorzio Sis merita di farsi prestare 1,6 miliardi per realizzare la superstrada. Venerdì a Mestre, l’ufficio del commissario Silvano Vernizzi ospiterà un incontro tra il ministero delle Infrastrutture, la Regione e la Cassa depositi e prestiti.

Matteo Carollo

Suggerimenti