<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

BpVi, ex azionisti
infuriati:«Il decreto
va bloccato»

Gli azionisti della Popolare di Vicenza aspettano l’arrivo di Baretta
Gli azionisti della Popolare di Vicenza aspettano l’arrivo di Baretta
BpVi, manifestazione ex azionisti

VICENZA. La protesta era attesa e la presenza, numerosa, delle forze dell’ordine stava lì a testimoniarlo. Il “lì” è il piazzale esterno a villa Lattes, ex sede della circoscrizione 6. Dentro c’è il segretario all’economia Pier Paolo Baretta - ospite di un convegno, promosso dal circolo Fratelli Rosselli del Veneto e moderato dal suo presidente Paolo De Zen, insieme al docente di scienza delle finanze dell’università di Padova Luciano Greco e all’editore di VeneziePost Filiberto Zovico - a parlare di banche popolari. Più volte, per altro, interrotto dal pubblico in sala. Fuori, invece, per tutto il tempo, ci sono i risparmiatori che con il tracollo di BpVi e Veneto Banca hanno perso i loro quattrini.

Prima cento, poi duecento, poi quasi trecento. Molti vicentini, ma anche padovani, veneziani, trevigiani. Alcuni all’uscita dall’autostrada hanno rallentato un po' il traffico. Il punto di ritrovo, come detto, è via Thaon di Revel. Cartelli, megafoni, cori, contro i vertici della ex BpVi e contro il governo. La rabbia è tanta. Nel mirino, inevitabilmente, finisce il dem Baretta, che del governo è un rappresentante. E non un rappresentante qualunque, occupandosi lui di economia. I manifestanti vogliono un confronto, lui ad un certo punto esce. Spiega gli obiettivi dell’esecutivo, come la non tassabilità degli indennizzi, l’attivazione di un fondo per le condizione disagiate o ancora la redistribuzione di ciò che arriverà dagli npl in indennizzi, ma i risparmiatori vogliono altro. E cioè che il decreto “salva banche” non vada in porto. «Oltre il danno, la beffa», è in sintesi il concetto. Perché? Lo spiega Stefania Marcante, che fa parte dell’associazione Casa del Consumatore: «Con questo decreto ci tolgono la possibilità di fare causa. Già sono stata truffata e derubata dei risparmi di 30 anni di lavoro, adesso vogliono completare l’opera. Ci sentiamo ulteriormente calpestati». Il decreto in questione andrà in aula a palazzo Madama la settimana prossima e salvo colpi di scena verrà approvato. Ma i risparmiatori sperano ancora in un cambio di rotta: «Quel decreto - dice Silvia Segalla - va bloccato. Si salvano le banche ma non noi, che abbiamo perso i risparmi di una vita di lavoro, per averli affidati ad una banca che da tutti veniva considerata, perché così ce la presentavano, come un porto sicuro». RO. LA.

Suggerimenti