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Borgo Berga, la Cassazione boccia i sigilli

Nella foto aerea scattata nel 2015, il complesso ex Cotorossi dove sorgono il tribunale e una serie di palazzine
Nella foto aerea scattata nel 2015, il complesso ex Cotorossi dove sorgono il tribunale e una serie di palazzine
Nella foto aerea scattata nel 2015, il complesso ex Cotorossi dove sorgono il tribunale e una serie di palazzine
Nella foto aerea scattata nel 2015, il complesso ex Cotorossi dove sorgono il tribunale e una serie di palazzine

Il “no” definitivo è arrivato poco prima delle 21.30. Anche la Cassazione ha bocciato il sequestro dell’area di Borgo Berga, dove sorge il complesso che la società Sviluppo Cotorossi sta realizzando dietro al nuovo tribunale. I giudici supremi hanno respinto il ricorso presentato dal procuratore Antonino Cappelleri, che si era rivolto agli ermellini dopo essersi visto negare i sigilli dal giudice per le indagini preliminari Massimo Gerace, in febbraio, e dal Riesame presieduto da Lorenzo Miazzi (giudice relatore Antonella Toniolo) in maggio. E la decisione presa dalla terza sezione, con presidente Aldo Fiale, potrebbe mettere una pietra tombale sull’indagine avviata più di due anni fa sulla presunta lottizzazione abusiva dell’area.

La vicenda giudiziaria, oltre che politica e amministrativa, è nota. Sulle ceneri dell’ex complesso industriale Cotorossi, il Comune di Vicenza nei primi anni Duemila, con sindaco Enrico Hüllweck, decise di edificare il nuovo palazzo di giustizia e per questo raggiunse un’intesa con il privato (all’epoca Fin.Vi) dando vita ad un piano di riqualificazione, il Piruea del 2003, che venne aggiornato e sistemato nel 2009 con la giunta di Achille Variati.

Per la procura, che ha coordinato le indagini della Forestale e si è avvalsa di un pool di consulenti illustri, oltre che di professionisti privati, ingaggiati anche dal Movimento 5 stelle, e del lavoro di alcuni comitati, quel piano era illegittimo e quindi le realizzazioni erano abusive. Due anni fa gli inquirenti ottennero il sequestro del lotto E, non ancora edificato, anche perché mancava un adeguato studio idrogeologico e si paventava il rischio di esondazioni. La procura ha indagato una ventina di persone, fra gli amministratori attuali e del passato delle società private, progettisti, funzionari pubblici (a partire da Antonio Bortoli, ex dirigente dell’Urbanistica e direttore generale del Comune, accusato pure di abuso d’ufficio) e l’ex sindaco Hüllweck, ipotizzando la lottizzazione abusiva, anche in forza di uno «sbilancio economico» a favore del privato e di una serie di abusi edilizi e di natura ambientale. Di qui la richiesta di sequestro dei palazzi costruiti, ad eccezione del tribunale, che è però sempre stata respinta. Per il Riesame non si poteva parlare di lottizzazione abusiva, e la tesi è stata confermata ieri sera dalla Cassazione.

La difesa - erano presenti anche gli avv. Enrico Ambrosetti, Lorena Puccetti, Bruno Barel, Emanuele Fragasso jr, Franco Coppi, Giuseppe Ferrari - ha rimarcato che i privati hanno rispettato gli accordi, che le autorizzazioni sono state concesse da diversi enti pubblici, che i piani sono stati rispettati. E che il Piruea, come strumento urbanistico, non ha mai avuto come obiettivo il pareggio economico fra le esigenze del pubblico e del privato, perchè lo scopo del Comune, quando lo sottoscrisse, era di recuperare un’area degradata e di mettere a disposizione della città il nuovo tribunale.

La Cassazione ha respinto il sequestro: come procederà ora l’inchiesta?

Diego Neri

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