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Vicenza

Bimba vive in auto
Gara di solidarietà
ma pure polemiche

L’interno del parcheggio interrato dove da un anno vive una famiglia con una bimba di venti mesi. COLRFOTO
L’interno del parcheggio interrato dove da un anno vive una famiglia con una bimba di venti mesi. COLRFOTO
L’interno del parcheggio interrato dove da un anno vive una famiglia con una bimba di venti mesi. COLRFOTO
L’interno del parcheggio interrato dove da un anno vive una famiglia con una bimba di venti mesi. COLRFOTO

 

VICENZA. La solidarietà corre sul filo del telefono, dei messaggi e anche sulla pagina Facebook del nostro Giornale. E molti hanno chiamato la redazione chiedendo in quale modo potevano mettersi in contatto con la famiglia che, da un anno, vive dentro un’auto nel garage interrato del supermercato Interspar tra viale Crispi e via Del Mercato Nuovo. Chi aveva una casa da affittare, chi era disponibile a portare alimenti, chi pensava alla piccola di venti mesi che cresce accanto ai genitori.

La famiglia era conosciuta sia dalla parrocchia di san Giuseppe che da quella di Santa Bertilla. Molti li descrivono come persone restie ad accettare aiuti. «C’è sempre stata molta dignità in loro. Non hanno mai chiesto nulla- afferma un parrocchiano di San Giuseppe - siamo stati noi ad avvicinarci, a chiedere se avevano necessità di qualcosa. Ci sono state persone che hanno portato da mangiare piuttosto che abiti. Loro hanno sempre ringraziato molto gentilmente, sostenendo anche che volevano uscire da quella situazione con le loro forze. Sapevamo che lui stava attendendo una risposta per un lavoro. E nulla di più». Parlarne è, comunque, servito e qualche soluzione all’orizzonte si sta stagliando con il lavoro dell’assessorato di contrà Busato e della parrocchia.

Il caso era conosciuto ai servizi sociali. A segnarlo la polizia municipale che era stata chiamata da alcuni cittadini nel parcheggio interrato. «Da tempo - spiega Isabella Sala - l’assessorato sta seguendo da vicino la famiglia le cui condizioni erano state segnalate anche da cittadini. I servizi, nonostante il nucleo familiare non sia residente a Vicenza e questo comporti notevoli difficoltà burocratiche a livello assistenziale, stanno lavorando in collaborazione con realtà del volontariato cittadino per trovare la soluzione migliore, nel rispetto della volontà del nucleo familiare. Dagli ultimi colloqui - conclude l’assessore Sala - sembra essere vicino un accordo per una sistemazione che ci auguriamo possa essere condivisa dalla famiglia. I servizi sociali continuano nel loro impegno, nel massimo rispetto della privacy a cui ogni persona ha diritto».

Ma sulla vicenda si è aperto anche un fronte politico. A dare fuoco alle micce il gruppo consiliare “Idea Vicenza” con Gioia Baggio e Francesco Rucco che già, nei giorni scorsi, avevano puntato il dito contro Ipab perché aveva destinato un alloggio ad una famiglia di profughi.

«Un nucleo familiare italiano con un minore di 20 mesi che dorme da molto tempo in auto nel parcheggio seminterrato di un supermercato della città - afferma Rucco - è una questione seria. Anche alla consigliere Baggio era stata segnalata questa vicenda e si stava attivando. Certo, se il Comune pensa di mandare un minore all’albergo cittadino, credo sia normale che poi i genitori decidano di andarsene. Non è quello il luogo. Questo caso evidenzia tutta l’inerzia e l’incapacità dell’amministrazione a dare risposte ai cittadini in difficoltà. Spero - conclude Rucco - che qualcuno non si trinceri dietro scuse burocratiche e aiuti in concreto questa famiglia». E, infine, un’interrogazione presentata dal Movimento 5 Stelle. «Vogliamo dopo il dramma di una famiglia che sta vivendo da un anno in macchina verificare - si legge in una nota firmata da Daniele Ferrarin - se le strutture di prevenzione contro il degrado e a tutela dei minori della nostra città siano attive. Vicenza affonda le sue radici nella solidarietà, messa a volte in discussione da forze politiche che dal disagio vogliono attrarre facile consenso. Le stesse che hanno contribuito negli ultimi vent'anni a predicare facile “liberismo”. I continui tagli al sociale portano sempre più a queste situazioni e il Comune deve andare oltre le apparenze e affrontare concretamente il disagio sociale».

Chiara Roverotto

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