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Vicenza

Banca del latte
“fondo” da 4 mila
biberon

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La Blud di Vicenza è stata la seconda esperienza avviata a livello nazionale, la prima nel Veneto. ARCHIVIO
La Blud di Vicenza è stata la seconda esperienza avviata a livello nazionale, la prima nel Veneto. ARCHIVIO
La Blud di Vicenza è stata la seconda esperienza avviata a livello nazionale, la prima nel Veneto. ARCHIVIO
La Blud di Vicenza è stata la seconda esperienza avviata a livello nazionale, la prima nel Veneto. ARCHIVIO

VICENZA.  Questa non è come la defunta Popolare. La Blud, la Banca del latte umano donato del San Bortolo, funziona. Eccome. E non mette a repentaglio le sorti di chi si affida ad essa. Anzi. Questa è un banca, per molti aspetti salva-vita, che aiuta nel momento massimo di difficoltà e fa crescere. La Blud di Vicenza è stata la seconda banca del latte materno ad entrare in funzione in Italia dopo quella di Bologna, e oggi, anche se nel frattempo anche in Veneto ne sono sorte altre, mantiene il primato nello scandire, dall’inizio alla fine, i passaggi di una filiera in grado di dare al latte materno le massime garanzie di sicurezza, igiene e tracciabilità, dalla raccolta all’utilizzo finale. I numeri sono la dimostrazione del buon funzionamento di questa banca speciale che è sorta a Vicenza oltre tre anni fa, a novembre del 2015, sulla triangolazione Ulss-Fondazione San Bortolo-Centrale del latte con un investimento di 100 mila euro, e che continua a collocarsi ai vertici in Italia per organizzazione, tecnologie, apparati. Finora oltre 300 litri di latte raccolto e 92 mamme reclutate. Solo lo scorso anno 111 litri imbottigliati, circa 10 al mese, venuti da 33 mamme. E, dunque, 4 mila biberon di 150 millilitri, 30 la settimana, uno stock sufficiente a soddisfare il fabbisogno giornaliero dei prematuri assistiti nelle termoculle della patologia neonatale, ma anche di altri ospedali, in primis Arzignano e Santorso. Una linfa vitale. E, nel 2018, 60 bambini, 45 di peso sotto il chilo e mezzo, fragili, delicati, piume che lottano per sopravvivere, hanno potuto bere questo nettare della vita. Un servizio prezioso, che ora cresce ulteriormente di qualità grazie a una nuova dotazione arrivata al San Bortolo dal gruppo Unicomm della famiglia Cestaro (quello che gestisce i supermercati Famila, A&O ed Emisfero) in collaborazione con Team for children onlus. Si chiama Jmilk, è un software che permette di controllare il flusso di lavoro, dalla donazione del latte alla preparazione dei pasti per i neonati, consentendo di rendere più efficiente tutto il ciclo di raccolta e conservazione del latte materno, ed è costato 44 mila euro. Ieri mattina, in ospedale, la presentazione. «Siamo una delle poche Ulss che riescono a contenere il calo delle nascite - dice il direttore generale Giovanni Pavesi -. Nei nostri ospedali nel 2018 sono nati 3 mila bambini. Lavoriamo per creare condizioni ottimali con cui favorire la natalità. E in questo senso l’affiancamento di un’associazione di volontariato come Team for children e di un privato come Unicomm crea sinergie virtuose che vanno a beneficio di tutti i vicentini». «È uno strumento - spiega il primario di pediatria Massimo Bellettato - che permette di informatizzare ancora di più le operazioni collegate alla Banca del latte, mettendoci in rete con altri ospedali per fornire questa miscela straordinaria che è il latte di donna. Fra l’altro, potremo analizzare gli esami batteriologici, validare i flaconi, trasferirli tra le diverse lattoteche, visionare l’allarme dei bottiglini in scadenza». «Il nostro gruppo - ricorda Paolo Cestaro di Unicomm - è presente in sette regioni e 25 province, ma il cuore resta vicentino. Lo slogan di uno dei nostri marchi è “Con noi sei in famiglia”. Per questo, quando ci è stato proposto di sostenere questo progetto abbiamo risposto di sì. Il Veneto ha una sanità d’eccellenza, il privato deve sentire il dovere di aiutarla, e questo è il nostro obiettivo». «Per noi - aggiunge Coralba Scarrico, presidente di Team for children - è motivo di orgoglio contribuire ad aiutare la vita che nasce». 

Franco Pepe

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