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Vicenza

Autisti dei bus
Una sanzione
ogni due giorni

Bus, una sanzione ogni due giorni
Bus, una sanzione ogni due giorni
Bus, una sanzione ogni due giorni
Bus, una sanzione ogni due giorni

VICENZA. «Non siamo Roma». Ruggero Cazzola, storico sindacalista del trasporto pubblico, lo rivendica con forza. Episodi come quello accaduto nei giorni scorsi nella capitale, dove una donna è stata trascinata dalla metropolitana da un autista distratto, qui non sono mai successi. Neppure sugli autobus, ovviamente, dato che la città del Palladio non ha una ferrovia sotterranea. Ma anche nella provincia berica le segnalazioni non mancano e hanno portato, da marzo 2016 a oggi (cioè dalla nascita di Svt) a 238 sanzioni totali. Vale a dire, a spanne, una sanzione ogni due giorni su tutte le linee vicentine, da Asiago a Noventa, urbane ed extraurbane.  I provvedimenti disciplinari nei confronti dei 520 dipendenti della Società vicentina trasporti (gli autisti sono 410) sono il risultato di verifiche interne all’azienda, che quasi sempre prendono il via da segnalazioni degli utenti. Quelle arrivate negli uffici di Svt sono state circa 300. La più grave delle punizioni è la sospensione dal lavoro per una o più giornate, che viene comminata negli episodi più seri, come nei confronti di chi si rende responsabile della soppressione di corse o di comportamenti recidivi poco consoni alla guida. Seguono, nell’ordine, la multa pecuniaria (che corrisponde al massimo a quattro ore di lavoro), la censura e il semplice richiamo in caso di mancanze lievi. Se non si ravvisa alcuna responsabilità, la pratica viene archiviata.

La maggior parte delle contestazioni (79) riguardano ritardi al lavoro, collisioni in linea (28), omesse fermate (21), collisioni in manovra (19), anticipi di corse o di fermate (14), intemperanze con l’utenza (7), utilizzo del cellulare (7), oltre a irregolarità di vario genere (45) come l’utilizzo di abbigliamento non consono al servizio. Ma l’auricolare può essere usato oppure no? «Nell’urbano è vietato, perché è fonte di disattenzione - spiega Cazzola - mentre nell’extraurbano è consentito».

 

Paolo Mutterle

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