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Le indagini

Audi gialla
Ora il pilota
ha un nome

La carcassa dell’Audi gialla recuperata nei pressi di Asolo
La carcassa dell’Audi gialla recuperata nei pressi di Asolo
La carcassa dell’Audi gialla recuperata nei pressi di Asolo
La carcassa dell’Audi gialla recuperata nei pressi di Asolo

Dove si trovi ora rimane un mistero anche per gli investigatori. Ma almeno uno dei banditi dell’Audi gialla che per giorni ha scorazzato nel Nordest ha un nome e un cognome. A individuarlo sono stati i carabinieri dei reparti operativi di Vicenza e di Venezia, che sull’identità del ricercato, un cittadino albanese intorno ai 25 anni di età che farebbe parte di una banda dedita a furti, mantengono il più stretto riserbo. È sospettato di diversi reati, tra cui la ricettazione dell’auto, ma anche del concorso in alcuni furti in abitazione avvenuti nel Vicentino nello scorso gennaio.

IL PILOTA. La notizia che uno dei banditi era stato identificato era già trapelata nelle scorse settimane. Il sospetto degli investigatori è che fosse presente anche durante le apparizioni del bolide giallo nel Vicentino, che si sono concentrate nella zona del Bassanese, e che fosse proprio lui alla guida. Il giovane ricercato è già conosciuto alle forze dell’ordine per dei precedenti reati contro il patrimonio commessi nel Nord e Centro Italia. Non è escluso che al termine della fuga durata una decina di giorni lo spericolato pilota sia tornato in patria in attesa che si calmassero le acque. Troppo il clamore suscitato dalle scorribande della banda. L’identificazione sarebbe stata raggiunta grazie alle immagini di alcune videocamere sulle strade e autostrade del Nordest e anche dagli impianti di sorveglianza di alcuni locali pubblici.

IL GIALLO. L’Audi Rs4 era stata rubata il 26 dicembre a un cittadino russo-svizzero che l’aveva parcheggiata in una delle aree di sosta dell’aeroporto di Malpensa. Le scorribande del bolide giallo erano cominciate nel pomeriggio il 16 gennaio ad Abano Terme, nel Padovano, quando i membri dell’auto stavano per entrare in azione per un furto, ma sono stati sorpresi dalle forze dell’ordine per il primo di una lunga serie di inseguimenti. C’era stato anche un conflitto a fuoco, senza feriti.

I REATI. Dopo il tentato furto di Abano e la fuga dalla forze dell’ordine, la banda, composta da almeno tre malviventi (ma potrebbero essere di più) si era resa protagonista di diversi reati. Tra questi il danneggiamento della sbarra del casello autostradale di Spinea, sfondata dall’auto che aveva percorso 25 chilometri contromano lungo il Passante dopo una spericolata inversione a “U”. Un incidente aveva provocato un tappo che impediva loro la fuga. In quella pazza corsa contromano l’Audi Gialla incrociò un’Opel Astra sulla quale viaggiava una donna russa di 57 anni, che due chilometri dopo si sarebbe schiantata morendo contro un furgone Mercedes Sprinter che si stava fermando a causa dei mezzi incolonnati. Un altro spericolato inseguimento era andato in scena a Prosecco, sulle colline del Carso triestino. Tra il 21 e il 22 gennaio era stata la squadra mobile della polizia giuliana a mettersi sulle tracce dell’auto sportiva, ma i fuggitivi non si erano arresi. Anzi, avevano premuto sull’acceleratore dando vita ad un inseguimento sulle stradine dell’altopiano. Alla guida c’era probabilmente lo stesso giovane ora ricercato dai carabinieri del Veneto.

Paolo Mutterle

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