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Caso inni fascisti

Appello di Rucco
«Passo indietro
degli estremisti»

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Post messi in rete dai candidati delle liste a sostegno di Rucco
Post messi in rete dai candidati delle liste a sostegno di Rucco
Post messi in rete dai candidati delle liste a sostegno di Rucco
Post messi in rete dai candidati delle liste a sostegno di Rucco

VICENZA. La reazione di Francesco Rucco è stata immediata. Di fronte ai post e alle foto che inneggiano al fascismo, diffusi in rete da dodici candidati delle tre liste della coalizione che sostiene la corsa a sindaco del candidato di centrodestra, la condanna è arrivata a stretto giro di posta con una nota congiunta da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia. Ma la prima firma in calce è quella di Rucco: «Le persone che hanno pubblicato post fascisti, antisemiti, omofobi o razzisti, abbiano la correttezza, se eletti, di fare un passo indietro». Se assecondare o meno la richiesta è una scelta, però, che spetterà solo ai diretti interessati. Visto che le liste ormai sono state depositate.

 

Ma intanto Rucco marca la distanza: «Le dichiarazioni riportate sono gravi e imbarazzanti e non consentirò alcuna ambiguità su questi temi. Non permetterò atteggiamenti che mettano in discussione il nostro progetto civico sulla base di chiacchiere e segnalazioni anonime alle quali va data una risposta seria». 

 

Non fa sconti Forza Italia. «Apprendiamo con favore - dice il forzista Matteo Tosetto - la chiarezza con cui Rucco prende le distanze dai post. Non si può che procedere con una ferma condanna affinché le persone coinvolte chiedano scusa a Vicenza, e l’appello agli elettori perché comprendano, già da segnali come questi, che non si può votare chi, anche indirettamente, utilizza il fango per tentare di vincere le elezioni». 

 

Ed è sul dossier che punta i riflettori anche il segretario leghista Matteo Celebron: «Se questo è l’inizio della svolta nella campagna elettorale di Dalla Rosa, noi siamo pronti sia a scavare negli armadi di tutto il centrosinistra, sia ad allontanare chi mette in imbarazzo la nostra coalizione».

Roberta Labruna

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