<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vicenza

«App copiata»
Sequestrati
3 mila cellulari

di Diego Neri
La vetrina  con numerosi spazi vuoti di uno dei punti vendita dove la guardia di finanza ha sequestrato i modelli finiti nell’indagine. COLORFOTO
La vetrina con numerosi spazi vuoti di uno dei punti vendita dove la guardia di finanza ha sequestrato i modelli finiti nell’indagine. COLORFOTO
La vetrina  con numerosi spazi vuoti di uno dei punti vendita dove la guardia di finanza ha sequestrato i modelli finiti nell’indagine. COLORFOTO
La vetrina con numerosi spazi vuoti di uno dei punti vendita dove la guardia di finanza ha sequestrato i modelli finiti nell’indagine. COLORFOTO

I cellulari e i tablet della Samsung conterrebbero un software copiato da un brevetto. È a partire da questa ipotesi che la guardia di finanza, ieri mattina, ha sequestrato oltre 3 mila fra smartphone e tab in 26 rivenditori del Vicentino, per un valore che supera il milione di euro. Il blitz è stato disposto dalla procura di Vicenza, che con il pubblico ministero Hans Roderich Blattner ha avviato una complessa inchiesta iscrivendo sul registro degli indagati Kwon Oh Hyun, 64 anni, coreano, Ceo del colosso, ipotizzando la violazione di brevetto e la contraffazione di opere dell’ingegno. Indagate per la responsabilità amministrativa anche la Samsung electronics coreana e la Samsung Italia. L’inchiesta è partita dalla denuncia di “Edico srl”, società romana che anni fa ha depositato a livello europeo un brevetto per tutelare una propria invenzione, che i coreani avrebbero copiato e utilizzato nei loro dispositivi.

IL SOFTWARE. Il brevetto riguarda un software che consente di visualizzare, sullo schermo del telefono o del tablet, quando si collegano cuffie o auricolari, una barra del volume che cambia colore: più lo si alza più diventa rossa, e serve ad attirare l’attenzione sui possibili rischi per l’udito. Un servizio utile, che la “Edico” aveva progettato. L’ipotesi è quella che Samsung, per utilizzarlo, avrebbe dovuto acquistarlo; e invece ne avrebbe prodotto uno assai similare, come emerso da una consulenza ora sulla scrivania del magistrato, con un danno che la società italiana stima, nell’ultimo triennio, in 60 milioni di euro. Per tutelarsi, ha sporto denuncia a Vicenza, dando il via ad un’inchiesta che potrebbe allargarsi su scala nazionale.

IL BLITZ. Detto che negozi e consumatori non hanno responsabilità, la procura ha ordinato ai finanzieri del comando provinciale, guidati dal colonnello Crescenzo Sciaraffa, di sequestrare tutti i telefonini e i tablet di 21 diversi modelli che avrebbero installato la “app” incriminata. Per questo, le fiamme gialle hanno visitato grandi magazzini e negozi specializzati, ma anche supermercati in città e provincia. I militari hanno sequestrato anche la documentazione relativa al commercio dei prodotti, per ricostruire quanti ne siano stati venduti. L’obiettivo è far disporre una perizia tecnica sui sistemi operativi “Lollipop” e “Marshmallow”. «L’obiettivo dei finanzieri - spiegano dal comando - è far rispettare le regole in materia di proprietà industriale», per tutelare gli investimenti delle imprese italiane «perché trovino spazio in modo lealmente competitivo nel mercato internazionale globalizzato».

LA DIFESA. Samsung chiederà il dissequestro al Riesame. «I sequestri sono stati eseguiti su iniziativa di “Edico” (società che non svolge attività produttiva o distributiva nel settore) - si legge in una nota di Samsung Italia -, sulla base di una asserita violazione di un suo brevetto. Ci rivolgeremo alle autorità competenti per ottenere la revoca immediata del provvedimento e il ristoro dei danni».

Suggerimenti