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Vicenza

Andrà a processo
per avere offeso
il bimbo di colore

Un'aula del tribunale
Un'aula del tribunale
Un'aula del tribunale
Un'aula del tribunale

Accusata di ingiurie aggravate e di incitazione all'odio razziale, Maria Gobbi, 72 anni, residente in città in via Giuriato, ieri è stata rinviata a giudizio dal giudice per l'udienza preliminare, Roberto Venditti. Nei mesi scorsi, infatti, la procura, attraverso il pubblico ministero Silvia Golin, aveva chiesto il rinvio a giudizio della pensionata, difesa dall'avvocato Davide Pignatelli, che avrebbe insultato un bambino di colore all'interno di un supermercato cittadino. La vicentina dovrà presentarsi in aula per la prima udienza del processo fissato a suo carico nel marzo del prossimo anno.

 

L'EPISODIO. Era il 20 maggio dello scorso anno quando all'interno di un supermercato in zona San Pio X, Maria Gobbi, arrivata nel negozio per fare la spesa, avrebbe apostrofato un bambino di colore di 10 anni (figlio di un vicentino e di una ragazza africana) che era dietro di lei alla cassa usando parole infamanti. Della serie: «Tutti i neri che arrivano in Italia dovrebbero essere fatti a pezzi e buttati in pasto agli squali». E ancora: «I neri sono la rovina del paese. Mi danno fastidio, dovrebbero ucciderli tutti». A quelle parole il piccolo era scoppiato in un pianto a dirotto. A quel punto, era intervenuto anche il papà del bambino. Che dopo aver capito dove abitava la donna, assieme all'avvocato Michele Grigenti, aveva deciso di sporgere denuncia ai carabinieri della procura i quali a loro volta avevano identificato la pensionata. I cassieri, poi, avevano confermato agli inquirenti la versione del padre del ragazzino. Anche lui, intervenuto a tutela del figlio, finito tra gli strali della pensionata. Il genitore aveva cercato di spiegare alla Gobbiche il bambino era cittadino italiano a tutti gli effetti. «Sì - gli aveva replicato lei - perché sei andato a prendertelo in Africa». «No - aveva quindi ribattuto lui - perché è nato dal matrimonio con mia moglie». Al che la donna avrebbe ribattuto: «Sarebbe stato meglio se fossi andato con una prostituta che con una negra».

 

LA VERSIONE DEL PADRE. «Mio figlio l'aveva presa malissimo - aveva spiegato Pietro Saggin, che si è costituito parte civile per chiedere un risarcimento dei danni -. Si è messo a piangere nel supermercato e ha continuato a farlo pure a casa, fino a sera. Per un certo periodo si è anche svegliato di notte, ha vissuto un periodo bruttissimo». Saggin si è arrabbiato soprattutto perché si è reso conto che il comportamento della pensionata è stato dettato esclusivamente dal colore della pelle del bambino. «Vorrei farle capire che ciò che caratterizza un uomo è quello che ha dentro di sè, non il colore della sua pelle», aveva quindi aggiunto.

 

IL PROCESSO. Ora Maria Gobbi, che si è sempre difesa con grande determinazione dalle accuse che le sono state rivolte, avrà modo di farlo anche in aula, davanti al tribunale collegiale a partire dalla prima udienza che il giudice ha fissato per il prossimo 10 marzo. Sarà in quella circostanza, nel corso del dibattimento, che potrà spiegare le proprie ragioni. Intanto i genitori del bimbo si sono, appunto, costituiti parte civile per chiedere i danni.

Matteo Bernardini

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