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Vicenza

«Altro che cassa,
gli autovelox
salvano vite»

Un rilevatore di velocità  come quelli installati in via Aldo Moro
Un rilevatore di velocità come quelli installati in via Aldo Moro
Un rilevatore di velocità  come quelli installati in via Aldo Moro
Un rilevatore di velocità come quelli installati in via Aldo Moro

VICENZA. «Ogni giorno ricevo richieste per dossi, pattuglie da mettere, autovelox da installare. Poi, se restringiamo una strada per rallentare la velocità, abbiamo creato le code. Se creiamo un senso alternato, abbiamo messo in pericolo gli automobilisti. Se mettiamo il dosso, rallentiamo le ambulanze. Se posizioniamo l'autovelox fisso su una strada che ha fatto morti e feriti, vogliamo far cassa. Riflettete prima di scrivere». Lo sfogo arriva intorno alle 11 sul profilo social di Antonio Dalla Pozza, assessore alla sostenibilità urbana, a pochi giorni dalla direttiva Minniti che prevede nuove regole per tutor e autovelox, come comunicato ai sindaci in una recente riunione in prefettura.

Un provvedimento che, secondo Dalla Pozza, va nella direzione sbagliata. «E non mi sorprende. È l’ennesima presa di posizione garantista del Parlamento e del Governo nei confronti degli eccessi di velocità. Anche se arriva dal mio partito (il Pd, ndr), a me non piace per nulla».

Raggiunto al telefono, l’assessore non nasconde la frustrazione quotidiana di chi cerca di combattere la velocità sulle strade. «Ci sono sempre più vincoli per la polizia locale. Ancora dalla direttiva Maroni, nel 2009, c’è stato un crollo nelle sanzioni per eccesso di velocità. Altro che fare cassa: ormai i controlli con gli autovelox non servono più quasi a niente».

«Che senso ha mettere i cartelli mobili che preavvisano della rilevazione di velocità? In questo modo - ragiona Dalla Pozza - non si multa più nessuno e non c’è nemmeno l’effetto deterrente. E un metro dopo aver passato la pattuglia, gli automobilisti tornano a premere sull’acceleratore».

«Il problema - prosegue - è che troppi automobilisti se ne fregano del limite di velocità, che sia di 30, 50 o 90 chilometri orari. L’Italia è l’unico Paese dove correre troppo in auto viene visto come una bagatella. Eppure la conta dei morti è purtroppo quotidiana. Basti pensare ai pedoni e ai ciclisti investiti sulle strisce pedonali, incidenti anche mortali causati da una velocità non congrua all’ambito urbano. Altrove, come in Austria, i vigili urbani si mettono in curva, coperti da una macchina e senza nessun cartello». Giusto così? «Se c’è un problema, e l’eccesso di velocità in Italia lo è, qualsiasi arma va bene per combatterlo».

Di questo tema Dalla Pozza se n’è occupato per tanti anni in giunta. «Ma la sicurezza è ostacolata da norme e direttive. Volevamo mettere degli autovelox in tangenziale, in strada Pasubio e in viale del Sole, ma le leggi e la burocrazia ce lo hanno impedito. L’unico che siamo riusciti a installare è in via Aldo Moro. E la mia delusione è maggiore perché a Roma il mio partito non percepisce la gravità della situazione».

Paolo Mutterle

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