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L’adunata

Alpini e sindaci
Ad Asti sfilano
5 mila vicentini

di Roberto Luciani
Numerosi come sempre gli alpini partiti da Vicenza
Numerosi come sempre gli alpini partiti da Vicenza
Numerosi come sempre gli alpini partiti da Vicenza
Numerosi come sempre gli alpini partiti da Vicenza

Roberto Luciani

Non chiamatela l’adunata delle occasioni perdute. I primi ad arrabbiarsi sarebbero gli oltre 4.000 alpini delle 5 sezioni vicentine (Vicenza, Asiago, Bassano, Marostica e Valdagno) arrivati ad Asti per celebrare come sempre l’alpinità è lo spirito di un corpo che abbraccia con orgoglio ogni commilitone, da qualunque parte d’Italia arrivi. Certo, però, non sentire una parola sull’alluvione di 20 anni fa, quando furono tantissimi gli “angeli del fango” con la penna sul cappello che partirono dal Veneto e da Vicenza per raggiungere l’astigiano e le zone colpite, e nel contempo ascoltare il presidente dell’Ana di Asti dichiarare in conferenza stampa, alla presenza delle autorità politiche e militari piemontesi, «l’abbiamo rubata al Veneto» un po’ di effetto lo fa. Luciano Cherobin, presidente vicentino, però sorvola: «Siamo stati accolti benissimo dalla gente e dagli organizzatori e noi abbiamo reso omaggio con una partecipazione come sempre massiccia, che ha sottolineato l’alpinità che ci unisce e che ci rende tutti così speciali. Mi piace sottolineare che abbiamo aperto la giornata con lo striscione dedicato alla scuola di Zelica, a nord di Sarajevo, che accoglierà oltre cento bambini di tutte le etnie. Un progetto coordinato proprio da noi e da me in particolare». E sorvola anche l’assessore regionale Elena Donazzan, che dall’alto delle sue ventuno adunate si toglie però un sassolino dalla scarpa: «Dico solo al primo cittadino Fabrizio Brignolo che gli Alpini non sono tanto un’occasione di sviluppo economico quanto un messaggio bellissimo, forse l’unico rimasto, di italianità. E che l’adunata non è di una città ma di tutte le penne nere. A lui e al presidente dell’Ana locale Adriano Blengio invierò un breve messaggio aspettandoli all’Adunata del Piave del prossimo anno, a Treviso». Insomma, nessuna polemica, men che meno nel centenario esatto della Strafexpedition, la controffensiva austro-ungarica che impegnò il nostro territorio per tutto il resto della Prima guerra mondiale. E che segnò la vittoria delle nostre truppe. Una ricorrenza che una trentina di sindaci vicentini, guidati dal sindaco di Vicenza e presidente della Provincia Achille Variati (accompagnato dal consigliere comunale Eugenio Capitanio e dal gonfalone) hanno voluto sottolineare sfilando con le fasce tricolori. Insomma, festa doveva essere e festa è stata anche per i tanti partiti dal nostro territorio e che hanno sfilato sotto un bel sole. Una conferma ancor più importante se si pensa ai numerosi eventi in calendario quest’anno, ultima l’adunata intersezionale pre-25 aprile. «Proprio i fatti di un secolo fa sono stati la molla a fare tutto - sottolinea Cherobin - proprio perché in un periodo come questo c’è bisogno di ritrovare e condividere valori importanti. Il primo è proprio l’Italia ed il senso di appartenenza. Come abbiamo ricordato in tutti i nostri striscioni, noi siamo un esempio e vorremmo esserlo ancor di più per le nuove generazioni». C’è una legge sull’associazionismo che ancora balla tra Camera e Senato, ma questa è un’altra storia. La prossima.

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