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Vicenza

Allarme senzatetto
«In dieci anni
sono raddoppiati»

Numero dei senza fissa dimora in aumento. Secondo gli operatori, la presenza  è raddoppiata in 10 anni
Numero dei senza fissa dimora in aumento. Secondo gli operatori, la presenza è raddoppiata in 10 anni
Numero dei senza fissa dimora in aumento. Secondo gli operatori, la presenza  è raddoppiata in 10 anni
Numero dei senza fissa dimora in aumento. Secondo gli operatori, la presenza è raddoppiata in 10 anni

In città sono un esercito di oltre 400 persone, con storie diverse ma un unico comune denominatore: sono caduti nell’abisso del disagio, non hanno una casa, né una rete familiare che si faccia carico dei loro problemi. Alcuni accettano di essere aiutati, altri rifiutano qualsiasi tipo di sostegno. Il mondo dei senzatetto è quanto mai fluido: «Negli ultimi dieci anni la loro presenza è raddoppiata e anche l’età di chi vive per strada si è notevolmente abbassata. Una volta i 50-60enni erano più numerosi, oggi anche chi ha 25-30 anni si trova in difficoltà», spiega il presidente della cooperativa padovana Cosep che dal 2010 gestisce l’albergo cittadino, una delle strutture di prima accoglienza del Comune. La stessa dove sabato è andata in scena la “Notte dei senza dimora”, un momento di festa per riflettere sul tema della marginalità e dell’emergenza abitativa. Un’occasione per fare il punto sulla povertà vicentina.

NUMERI IN AUMENTO. Il fenomeno dei senzatetto è in aumento, a detta degli operatori in prima linea per fornire sostegno e accoglienza a chi, per vari motivi, non ha più una casa né una fonte di reddito. E il punto è proprio questo: tracciare un identikit degli “invisibili” non è possibile perché le storie degli emarginati sono le più diverse. «Ad esempio, nell’ultimo anno e mezzo - continua Sandonà - sta aumentando il numero di famiglie raggiunte da sfratto esecutivo». In una drammatica catena di eventi. «Si perde il lavoro, poi la casa e infine i legami familiari». E si precipita, senza eccezioni: «Ci sono sia italiani, sia stranieri, quasi in egual misura. Anzi, i primi stanno crescendo. In tutto sono oltre 400 le persone in situazioni di disagio estremo, prive di una casa». «Tra residenti e non residenti», specifica l’assessore alla comunità e alle famiglie, Isabella Sala.

SFRATTI E DIPENDENZE. Tra chi perde tutto ci sono tossicodipendenti, alcolisti, persone con disturbi psichiatrici o che si sono lasciate alle spalle un passato di dipendenze». Ma sempre più frequenti sono i casi di «famiglie cosiddette normali che scivolano verso l’emarginazione per questioni economiche. Tra queste, anche i padri separati». E i bisogni, con varie sfumature, sono sempre gli stessi: ricostruire un tessuto di relazioni, trovare un lavoro, riuscire ad acquisire l’autonomia perduta, con l’aiuto dei Servizi sociali del Comune. Non tutti, però, accettano la mano tesa di assistenti sociali ed educatori. E allora il recupero diventa complicato. I più, tuttavia, entrano nelle strutture messe a disposizione da palazzo Trissino in collaborazione col privato sociale.

NUOVO REGOLAMENTO. All’albergo cittadino gli ospiti sono al momento 52, che diventeranno 69 quando le temperature si faranno più rigide. Ma la struttura di viale San Lazzaro cerca di fornire risposte più elaborate rispetto al mero soddisfacimento delle esigenze primarie. A questo proposito, conferma Sala, «stiamo lavorando a una revisione del regolamento delle strutture che danno ospitalità alle persone in difficoltà». Cosa cambierà? «Promuoveremo con forza la partecipazione attiva degli ospiti, la loro responsabilizzazione. Hanno bisogno di stimoli continui». Non solo. «L’accoglienza dovrà avere sempre di più carattere di temporaneità», aggiunge Sandonà, «per dare le stesse possibilità a un numero maggiore di persone. Ora, invece, ci sono casi di ospiti che vivono nelle strutture di prima accoglienza da 6 o 7 anni».

EMERGENZE INVERNALI. Con l’arrivo dell’inverno, i bisogni saranno amplificati. Per questo, informa Sala, «stiamo riorganizzando le strutture, anche in sinergia con Caritas e procedendo con l’individuazione di un rifugio di emergenza per i senzatetto. Fino all’anno scorso utilizzavamo la stazione, ora vorremmo trovare un luogo tutto nostro».

Laura Pilastro

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