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Vicenza

Adesso i colloqui
con i professori
si fanno via Skype

Una conversazione via Skype
Una conversazione via Skype
Una conversazione via Skype
Una conversazione via Skype

VICENZA. Colloqui con i genitori via Skype. Al Rossi le visite con i professori si possono fare anche così, senza muoversi da casa o dall’ufficio, collegandosi al computer e attraverso la webcam dialogare con l’insegnante di matematica, di inglese o di chimica per sapere com’è andato l’ultimo compito e se ci sono lacune da sanare. Un’idea, quella dell’istituto tecnico industriale di via Legione Gallieno, in linea con il Pnsd, il Piano nazionale scuola digitale, lanciata lo scorso anno in via sperimentale, subito accolta con entusiasmo dalle famiglie, soprattutto quelle che risiedono fuori città e che per parlare con i professori sono costrette a fare chilometri, chiedere un permesso al lavoro oppure immolarsi nei consueti “visitoni” pomeridiani di novembre e marzo.

«Siamo partiti proponendo questa soluzione a un paio di classi - spiega il dirigente del Rossi, Alberto Frizzo - I dubbi erano legati al fatto che il colloquio senza incontrarsi di persona poteva rappresentare un modo di confrontarsi un po’ freddo. In realtà non è così perché il genitore e l’insegnante si guardano negli occhi e si parlano come fossero uno davanti all’altro».

Artefice del progetto è Antonina D’Andrea, docente di matematica, convinta che la tecnologia a disposizione debba essere utilizzata al meglio. «Un giorno una mamma è arrivata al colloquio dispiaciuta perché era stata multata per aver parcheggiato male l’auto - spiega l’insegnante - Alla fine della visita mi ha chiesto se poteva chiamarmi per parlare ancora del figlio, ma non ho potuto accettare perché al telefono non ci si vede e la voce può essere quella di un’altra persona. Mi è però venuto in mente che un collegamento via Skype avrebbe potuto risolvere il problema». Due le classi pilota dove è stata introdotta la sperimentazione che ha visto l’adesione del 50% delle famiglie, unica nel suo genere non solo a Vicenza, ma anche, affermano al Rossi, a livello nazionale.

«Quest’anno i genitori hanno chiesto di ripetere l’esperienza - fa sapere D’Andrea - di conseguenza abbiamo allargato il progetto ad altre classi grazie alla disponibilità di una quindicina di professori. L’obiettivo del dirigente, vista la buona riuscita, è estenderlo a tutta la scuola».

Ma come funziona concretamente l’appuntamento via internet? Le procedure non sono cambiate per le famiglie, che entrando nel registro elettronico nella sezione colloqui e inserendo la password individuale possono scegliere il faccia a faccia o la videochiamata, in questo caso evidenziata da un asterisco che segnala all’insegnante che la visita si svolgerà via web. Vantaggi? «Un rapporto più serrato con i genitori che possono chiedere un confronto più frequente sui figli, soprattutto se si tratta di alunni con problemi di profitto. Senza contare che Skype fa risparmiare tempo, fatica e soldi di benzina per chi abita fuori città, aggiunge la docente del Rossi dove è stata allestita un’aula apposita con porta insonorizzata per il ricevimento telefonico. A disposizione degli insegnanti computer, webcam e cuffie per parlare privatamente con i genitori che possono dialogare per circa dieci minuti. «La comodità e la libertà sta nel fatto gli insegnanti sono liberi di utilizzare anche il loro pc personale in un’aula diversa da quella dedicata ai colloqui», precisa D’Andrea che vorrebbe proporre anche le videolezioni per gli alunni assenti. «Ci stiamo lavorando - dice - ma sarebbe una bella opportunità per i ragazzi ai quali occorre rispiegare gli argomenti quanto tornano a scuola dopo un’assenza prolungata».

Anna Madron

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