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Vicenza

Adesso El Coq
rinnova la sfida
«Si vince insieme»

Lorenzo Cogo, classe 1986, lo chef stellato proprietario di El Coq
Lorenzo Cogo, classe 1986, lo chef stellato proprietario di El Coq
Lorenzo Cogo, classe 1986, lo chef stellato proprietario di El Coq
Lorenzo Cogo, classe 1986, lo chef stellato proprietario di El Coq

VICENZA. «Sapevo che non sarebbe stato facile, ma ci ho creduto e ci credo ancora. Sono convinto che la presenza di un ristorante stellato nel centro di Vicenza sia un’opportunità per tutti». Compie un anno l’apertura del ristorante El Coq in piazza dei Signori. Lo chef Lorenzo Cogo volle far coincidere il primo giorno effettivo di attività con quello del suo compleanno, il 19 luglio. «Alla soglia dei trent’anni mi sono voluto lanciare in una nuova avventura. Non nego che mi erano arrivate diverse offerte dall’Italia e anche dall’estero. Ma ho voluto credere nella mia città. Un luogo fantastico, unico al mondo. Mi sono chiesto: perché nessuno ha mai fatto nulla per portare l’alta ristorazione in questa città? Così ho trovato quattro partner che mi hanno aiutato nell’avvio. Ma proprietà e gestione sono sulle mie spalle». È anche una storia di imprenditoria giovanile, oltre che di cucina di livello internazionale - come testimonia la stella Michelin, sempre confermata dal 2012 - quella del talento originario di Marano Vicentino, erede di tre generazioni di ristoratori. Quell’imprenditoria di cui molti parlano e straparlano, ma che alla prova dei fatti non viene sostenuta né valorizzata come si dovrebbe. Con il risultano che quanti hanno un’idea imprenditoriale e vorrebbero far partire la classica start up cercano opportunità all’estero. E spesso le trovano.

«Voglio trasmettere anche una speranza. E cioè che si può arrivare al successo quando ci si crede e ci si impegna. Certo - ammette lo chef Cogo - è necessario un ambiente in cui ci sia apertura mentale. Se invece si teme che l’arrivo di un giovane porti via lavoro, non si va da nessuna parte». Cogo ha sviluppato la propria idea recependo quelle che, a suo avviso, sono le esigenze della città. Così, nell’agosto sempre di un anno fa, ha riaperto il Caffé Garibaldi, togliendo il “Caffé” e facendolo diventare un bistrot. «Ecco, vorrei che fossero chiare due cose. La prima: El Coq e Garibaldi non sono la stessa cosa, benché ci sia ovviamente la mia presenza in entrambi. La seconda: il Garibaldi non è più la semplice caffetteria, ma appunto un bistrot dove si può mangiare. Se il Garibaldi è la cucina informale e divertente, El Coq è l’esperienza. Il denominatore comune è la qualità».

I PROGETTI. La continua evoluzione è un elemento imprescindibile per Cogo. Tanto nei piatti che crea, quanto nelle proposte extra-culinarie che completano, appunto, l’esperienza. Sono nate quindi, per fare qualche esempio, le collaborazioni con artisti come Marco Chiurato e Marina Marcolin, e con aziende come Laboratorio 09 di Silvia Trevisan e Vbc Ceramiche di Nove. E nascono nuove idee per superare alcuni ostacoli oggettivi. La mancanza di un parcheggio nelle immediate vicinanza del ristorante, per dire. «Il cliente di El Coq che sia anche un turista visita il centro storico e raggiunge senza problemi il ristorante. Ma la clientela vicentina, che ha ovviamente una certa disponibilità economica, non vuole star lì a cercare un parcheggio e poi arrivare a piedi. Sono aspetti che ci sono stati segnalati dagli stessi clienti. Così ho creato il servizio Vip Parq, gratuito per i clienti, con una convenzione con l’Autorimessa Castello: il cliente può parcheggiare l’auto lì, quindi venire accompagnato con la navetta al ristorante e poi di nuovo al garage. Non solo: grazie a un accordo con il teatro Comunale, il servizio di accompagnamento può includere appunto una serata a teatro. Ho ideato un menu apposito che consente l’esperienza El Coq in meno di un’ora».

Insiste molto sull’esperienza, lo chef Cogo: quello che l’ha maggiormente amareggiato, nell’anno appena trascorso, sono stati i giudizi negativi dati a prescindere. «Le critiche ci possono stare, è ovvio. Ma non da chi non ha mai messo piede nel locale. Ha senso bocciare un progetto che si sta ancora radicando? El Coq può crescere, e con lui può crescere la città. Si afferma che il futuro è nel turismo gastronomico: perché non credere in una realtà che, ripeto, ha un grande potenziale? Non sarei qui se non ne fossi convinto. Ma è la condivisione a essere la base del successo. Per tutti. Passi in avanti ne sono stati fatti, si può migliorare».

Intanto è tempo di festeggiare. Per il 20 luglio è stata organizzata una serata speciale con un deejay internazionale, Richie Hawtin, uno dei creatori della techno. È proprietario di un brand di sakè, e lo chef Cogo ha preparato un menu apposito in otto piatti, abbinati appunto alla bevanda giapponese.

Gianmaria Pitton

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