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Recoaro

Un carabiniere
viene denunciato
per bracconaggio

La strada che porta in contrada Tezzetta dove abita il militare trovato in possesso della cacciagione. K.Z.
La strada che porta in contrada Tezzetta dove abita il militare trovato in possesso della cacciagione. K.Z.
La strada che porta in contrada Tezzetta dove abita il militare trovato in possesso della cacciagione. K.Z.
La strada che porta in contrada Tezzetta dove abita il militare trovato in possesso della cacciagione. K.Z.

RECOARO. Sette teste di camoscio e capriolo conservate in un freezer, un camoscio abbattuto da poche ore appeso in un deposito, una rete per uccellagione tesa ed un’altra conservata in un ripostiglio insieme ad altre trappole. Così è finito sotto inchiesta il carabiniere Stefano Balasso, 45 anni, di Recoaro, in servizio nel territorio dell’Alto Vicentino, cui sono stati contestati diversi reati tra cui quello di uccellagione, dopo un controllo della polizia provinciale portato a termine venerdì scorso.

LA VICENDA. Gli agenti del distaccamento di Montecchio Maggiore stavano pattugliando il territorio vicino a contrada Tezzetta, nel comprensorio di Santa Giuliana e Merendaore, quando hanno udito dei cinguettii inconsueti. I poliziotti provinciali si sarebbero quindi avvicinati per capire meglio cosa stesse accadendo ed avrebbero scorto dopo pochi passi una rete per uccellagione. E intrappolato nella rete un lucherino, esemplare che rientra tra le specie protette dalla direttiva uccelli selvatici. Nelle vicinanze sarebbero state rinvenute tredici gabbiette esposte con richiami vivi, e rami di ontano cosparsi di semi per attirare i volatili. L’area sarebbe stata celata a occhi indiscreti da una serie di coltivazioni. I richiami presenti nelle gabbiette avrebbero avuto tutti l’anello di identificazione. Mentre stavano effettuando tutti i rilievi del caso, gli agenti avrebbero quindi udito il richiamo di un ulteriore lucherino provenire da un ripostiglio poco distante, sempre nella medesima proprietà. Dalla perquisizione, gli agenti avrebbero trovato sì l’uccellino, ma anche ben altro. Nel ripostiglio, infatti, era conservato un camoscio ucciso meno di 24 ore prima. Balasso, che rientrerebbe nell’elenco dei cacciatori di selezione, il giorno prima, come riportato dai documenti di caccia, aveva effettivamente abbattuto un esemplare in località Rodecche. Quell’esemplare, però, sarebbe stato conservato regolarmente in un deposito di località Gattera e, quindi, non ci sarebbero documenti giustificativi per l’abbattimento del secondo esemplare rinvenuto.

LE TESTE. Nella stessa rimessa sarebbero state rinvenute un’altra rete per uccellagione (di cui non è consentita nemmeno la detenzione), oltre ad una serie di trappole per la cattura di uccelli (anche queste non consentite). Ma è stato un freezer ad attirare l’attenzione degli agenti. Aperto il portellone del congelatore, un’altra macabra sorpresa: ecco spuntare sette teste, con ancora brandelli di carne attaccata, appartenute ad esemplari di camosci e caprioli. Mentre gli agenti erano impegnati nella perquisizione, altri due lucherini di sarebbero rimasti impigliati nella rete tesa poco distante. Esemplari poi liberati dagli uomini della polizia provinciale.

IL SEQUESTRO. Per tutto il materiale illegale rinvenuto è scattato il sequestro. Ad una prima richiesta di spiegazioni, Balasso avrebbe dichiarato di essere completamente all’oscuro delle reti, anche se avrebbe ammesso che i richiami siano di sua proprietà. Ancora da chiarire la vicenda relativa al camoscio abbattuto che, stando alle primissime dichiarazioni dell’uomo, potrebbe essere stata la conseguenza di un errore di caccia di una terza persona. Proprio per questo, la documentazione fornita da Balasso è al vaglio delle indagini degli inquirenti che sono decisi a chiarire esattamente le responsabilità del recoarese e la presenza delle sette teste.

Karl Zilliken

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