<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Troppi caprioli in valle»
Previsto l’abbattimento

Il capriolo mentre tenta di uscire dalla roggia del Maglio. CARIOLATO
Il capriolo mentre tenta di uscire dalla roggia del Maglio. CARIOLATO
Il capriolo mentre tenta di uscire dalla roggia del Maglio. CARIOLATO
Il capriolo mentre tenta di uscire dalla roggia del Maglio. CARIOLATO

Troppi caprioli nel comprensorio della valle dell’Agno, dove si contano oltre cento esemplari, secondo un censimento realizzato per zone campione. Da qui la decisione di avviare un piano di contenimento, con l’abbattimento di almeno una ventina di ungulati.

L’alta presenza di ungulati si ripercuote infatti anche sulla sicurezza, visto che gli incidenti, causati dagli animali che attraversano la strada, sono sempre più frequenti. Il rischio aumenta nel periodo degli amori quando i giovani caprioli maschi vengono allontanati dal gruppo e vagano spaesati nel territorio. La settimana scorsa, nel giro di appena un’ora, sono stati due i sinistri registrati lungo la provinciale, tra Trissino e Castelgomberto. Illesi i conducenti, ma caprioli deceduti e mezzi danneggiati. L’episodio che ha riacceso la discussione sull’opportunità di avviare un piano di selezione, eseguita da cacciatori autorizzati, già previsto tra l’altro dalla Provincia.

Tutti d’accordo? Non proprio, perché il nodo della questione, che vede confrontarsi cacciatori e autorità venatorie, è sul numero di ungulati da abbattere. La percentuale è stabilita di volta in volta dall’Amministrazione provinciale, sentito l’Ispra. Si tratta di un 20 per cento sul totale della popolazione. L’anno scorso sono stati interessati 22 caprioli, quest’anno si parla di 24 ungulati. Anche a parere del responsabile di selezione del comprensorio (escluso Recoaro Terme) Enzo Gonzato di Cornedo il numero sarebbe però insufficiente. «Il numero concesso è sempre inferiore alle nostre richieste», aggiunge Franco Fin (Libera Caccia). Dario Faccin (ACV) precisa: «Per motivi di sicurezza sulle strade e per i danni arrecati alle piantagioni, bisogna incrementare il numero dei caprioli da abbattere». C’è chi si spinge oltre, come Gianfranco Frigo di Identità venatorie: «Ho sempre sostenuto che la caccia al capriolo deve essere gestita non solo dai “cacciatori di selezione”, ma anche dai cacciatori, che lo richiedano e che vengano autorizzati».

Dalla Provincia fanno sapere che comunque ormai il numero dei caprioli ha raggiunto l’estensione massima e si prevede dunque un assestamento, se non addirittura un decremento, tenuto conto che molti ungulati muoiono vittime della strongillosi intestinale, altri a seguito del falcio dell’erba, altri per gli incidenti. Resta comunque valido l’invito alla prudenza per gli automobilisti, come prescritto anche dai numerosi segnali stradali. La presenza dei caprioli non riguarda solo le strade di collegamento interne, ma anche le vie principali, come la sp 246.

Aristide Cariolato

Suggerimenti