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Storie valdagnesi in oltre 60 anni di notizie della Pro

La Valdagno degli anni Cinquanta in una foto d’epoca
La Valdagno degli anni Cinquanta in una foto d’epoca
La Valdagno degli anni Cinquanta in una foto d’epoca
La Valdagno degli anni Cinquanta in una foto d’epoca

Veronica Molinari Il Natale 1956 usciva il primo numero de “Il nostro campanile”, veniva spedito in 48 Stati e aveva una tiratura di 800 copie. Costo? Cinquanta lire. Dopo 61 anni quello stesso numero apre la mostra “Storie di valdagnesi vicini e lontani. 1956-2017” che ripercorre le glorie dello sport, della musica e della cultura cittadine, riproduce le pubblicità di attività e aziende scomparse o di quelle che hanno attraversato più di mezzo secolo di storia e ancora crescono e riporta a luoghi ormai dimenticati con titoli come “Il banchetto alle cucine economiche” o “I rusteghi al Rivoli”. Dalle leonesse della Marzotto alle donne dell’alpinismo valdagnese, dalla banda operaia Marzotto al giovanissimo coro dell’Obante fino alle attività della scuola di pittura Dam. Ricordi per chi ha più primavere alle spalle e una scoperta per i giovani che visiteranno la mostra che verrà inaugurata alle 17.30 in galleria civica. A lavorare per tanti mesi per realizzare l’esposizione è stata la Pro Valdagno: «L’idea è nata all’inizio dell’anno e la ricerca dei materiali è stata faticosa e certosina ed il risultato è stato possibile anche grazie all’archivio storico di Vittorio Visonà -spiega la presidente Emanuela Perin - Si tratta di un percorso articolato in 3 sezioni che ripercorre la storia della città attraverso la nostra rivista. Si tratta di un esempio unico in Italia per longevità di pubblicazione a livello territoriale. Il primo numero, diretto da Ottone Menato, era nato da un’idea del cavaliere Rino Marchetti in collaborazione con l’Amministrazione guidata da Costantino Lora. Si voleva, attraverso la rivista, mantenere vivo il contatto con i valdagnesi emigrati e quindi veniva spedita per posta in vari Stati tra cui Uruguay, Canada, Iraq, Germania e Inghilterra». Entrando alla mostra si potranno sfogliare 3 raccolte, dal 1987 ad oggi, con gli originali messi a disposizione da Sergio Torrente. Continuando si entrerà nella prima sezione fatta di gigantografie che riproducono “Il nostro campanile”, opera di due valdagnesi una grafica e un architetto, per poi curiosare nella seconda area con quattro pannelli fotografici che mostrano come il territorio è cambiato dal 1955. «Un mutamento geografico che rispecchia quello economico e di vita -aggiunge Perin-. Quest’anno festeggiamo i 115 anni di vita dell’associazione e abbiamo voluto regalare un’esposizione che attraverso la nostra rivista, rimasta l’unica del genere in vallata ma non solo, si ricordasse il passato della città. La mostra sarà aperta fino a domenica 31. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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