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Sette cestini in 300 metri
Ma la ciclabile è un rebus

Uno dei tratti della pista ciclabile lunga quattro chilometri privi di contenitori per i rifiuti. FOTO ZILLIKEN
Uno dei tratti della pista ciclabile lunga quattro chilometri privi di contenitori per i rifiuti. FOTO ZILLIKEN
Uno dei tratti della pista ciclabile lunga quattro chilometri privi di contenitori per i rifiuti. FOTO ZILLIKEN
Uno dei tratti della pista ciclabile lunga quattro chilometri privi di contenitori per i rifiuti. FOTO ZILLIKEN

Chiamatelo, se volete, lo strano caso dei cestini sulla pista ciclabile. Una percorso lungo circa 4 chilometri dove l’amministrazione ha sistemato 8 contenitori per le immondizie. Bene, diranno in molti, circa uno ogni 500 metri non è male. Peccato però che sette di questi otto sono installati su un tratto di 300 metri, ovvero uno ogni 42 metri. Poi, a distanza di chilometri, è il caso di dire, un altro. E stop.

IL TRACCIATO. Tutto nasce dal dibattito vecchio quanto la realizzazione della pista ciclopedonale. Ossia tra chi se la prende con l’inciviltà dei frequentatori, in particolar modo con i padroni dei cani e per l’abbandono dei rifiuti e tra chi invece lamenta la penuria di punti dove gettare l'immondizia.

Fermo restando che l'assenza di un cestino non giustifica il gesto di abbandonare spazzatura e deiezioni canine nel bel mezzo della strada, ripercorrendo in un lunedì qualsiasi i quattro chilometri della “Prien Am Chiemsee” dall'innesto di via Colombo fino a Cornedo, qualche problema c’è.

«Hey capo, io l'ho fatta ma adesso è tua». Recitano così i tantissimi cartelli installati a lato della pista ciclabile che invitano i padroni dei cani a raccogliere le deiezioni e buttarle via. «Si, ma dove?», Si chiedono in molti. Iniziando da via Colombo e procedendo in direzione sud non si vede un cestino per l'immondizia fino a poco prima del ponte di legno che collega le due sponde dell’Agno.

E non è un problema se si considera che dall’inizio non si è percorso nemmeno un chilometro. Da lì e per 300 metri, poi, è il paradiso di chi ama la pulizia: si contano infatti ben sette cestini. Quattro nei soli 50 metri di pista ciclabile in cui è racchiusa l’area del parco giochi.

Poi, un centinaio di metri più a sud ce ne sono altri due in prossimità di altrettante panchine. Questo non ha vietato in passato, e anche oggi, di trovare nella stessa zona cartacce, deiezioni canine (anche racchiuse nei sacchetti e gettate sugli argini), lattine e bottiglie. Ma tant’è.

Procedendo verso, sud sul percorso principale suggerito per raggiungere Cornedo, non c’è un cestino fino a via Terragli, a circa un chilometro di distanza.

Nella strada - che si può considerare parte della zona industriale - è presente un cestino destinato all’uso anche dei clienti delle attività della zona. Da lì e per i due chilometri scarsi di cammino lungo il percorso ciclabile che passa lungo le sponde dell’Agno e che attraversa con un sottopassaggio la rotonda del Ponte dei Nori fino ad arrivare nella zona industriale di Piana, non c'è traccia di un contenitore per i rifiuti. Se ne trova uno sul ponte che dalla sinistra Agno riporta sull’argine destro, ma il cartello lì poco distante parla chiaro: siamo già nel territorio comunale di Cornedo.

LA STRATEGIA. Se la scelta di concentrare un alto numero di contenitori per la spazzatura stradale in un punto così breve si presume comprensibile perché si tratta dell'area più frequentata soprattutto nella stagione estiva, i più sollevano dubbi sulla scelta di non installare qualche cestino lungo gli altri chilometri della pista ciclabile. Chilometri comunque percorsi da famiglie in bici, runner e padroni di cani.

L’assessore con delega ai lavori pubblici, Federico Granello, spiega: «In valore assoluto, otto cestini riservati alla raccolta dell’immondizia per il percorso ciclo-pedonale, penso siano più che sufficienti. Il problema però è che dentro ci troviamo di tutto e di più». Detto questo, continua l’assessore: «mi confronterò anche con gli uffici per comprendere se sia possibile ridistribuire il numero dei contenitori, ma parlare di aggiunta non è facile perché poi il problema diventa la raccolta». «Dentro i cestini gli addetti trovano sacchetti dell’umido, quelli del secco e scarti di tutti i tipi che andrebbero conferiti diversamente - osserva -. Un problema simile a quello della ciclabile lo abbiamo affrontato anche nella frazione di Novale, con un intervento da via Bella Venezia a contrada Menovre. Su richiesta dei residenti, abbiamo installato un cestino ma dobbiamo sempre fare affidamento sul senso civico dei residenti».

Karl Zilliken

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