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«Ripartiamo dalla Conferenza dei sindaci»

Rispolverare, ma con nuove competenze, la Conferenza dei Sindaci, nata a metà degli anni ’90, allargandola anche a figure non istituzionali. Un tavolo dove confrontarsi, interpretare il futuro, trovare una linea comune e coordinata sulle grandi questioni che interessano il territorio. Un organismo che sappia tessere stretti legami tra le sei amministrazioni della Valle dell’Agno, in maniera da presentatesi sempre compatte nelle sedi istituzionali a sostenere la stessa idea o a supportare il Comune di turno su temi interni di respiro o riflesso comune. A lanciare l’idea Max Siron, tra i promotori dell’allora Conferenza dei Sindaci. «Ricordo che era il giugno del 1995, eravamo a Recoaro per una Conferenza dei Sindaci dell’Ulss quando abbiamo deciso di varare una Conferenza dei Sindaci della valle dell’Agno. Aveva carattere itinerante. Ogni mese ci si ritrovava, a turno, in uno dei Comuni aderenti. Ora vedo incomprensioni tra le varie amministrazioni, e non mi piacciono. Allora non sarebbe successo, si sarebbe discusso nelle riunioni. La mia proposta è quella di creare in vallata una sorta di consulta, non solo composta da sindaci ma anche da rappresentanti di categoria, economiche e sociali, che possa avvalersi di figure e strumenti di consulenza, in maniera da poter valutare problematiche e fare un minimo di programmazione condivisa. Ora manca una visione unitaria». Proposta accolta e auspicata da Luca Romano. «I problemi affrontati oggi dalle amministrazioni comunali, per vari motivi, sono problemi di area vasta, e quindi serve una governance di area vasta. Se fatta istituzionalmente si tradurrebbe in una cosa lenta, burocratica e costosa. Ben venga quindi un organismo esterno. Si dovrebbe creare un protocollo di obiettivi, indicati dai sindaci e dai loro consigli comunali. Io ne propongo tre. Il primo riguarda il turismo, incentrato su quello di transito, che è poi quello caratteristico della vallata, sfruttando in particolare la ciclabile Recoaro-Montebello e l’anello delle piccole dolomiti senza dimenticare il compendio termale. Il secondo riguarda i nuovi insediamenti artigianali-industriali per i quali si deve puntare sul recupero dei capannoni dismessi. Il terzo riguarda la terza età, o meglio quella che oggi viene definita quarta età: attualmente l’anziano si reca al pronto soccorso per patologie croniche mentre andrebbe gestito sul territorio: affrontare le cronicità al pronto soccorso è sbagliato, sia per l’inappropriatezza clinica che per i maggiori costi che genera». L’idea è ben accolta anche dai sindaci. «Mi trovo d’accordo – sottolinea Giancarlo Acerbi - su una consulta che lavori sui grandi temi, ma non mi limiterei solamente alla valle dell’Agno ma guarderei anche verso Schio con cui condividiamo già Pati, Ipa, stagione teatrale ed altro. Riguardo il consumo del suolo c’è già la recente legge regionale a regolarlo: nel nostro Pat, come in quello di Schio, abbiamo comunque già evidenziato che prima di costruire deve essere privilegiato il riutilizzo o la riconversione esistente». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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