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Recoaro

Questione di ore
e il marchio storico
verrà venduto

I lavoratori della Recoaro in corteo per difendere i marchi. CRISTINA
I lavoratori della Recoaro in corteo per difendere i marchi. CRISTINA
I lavoratori della Recoaro in corteo per difendere i marchi. CRISTINA
I lavoratori della Recoaro in corteo per difendere i marchi. CRISTINA

Sembra ormai alle porte la cessione dello stabilimento di imbottigliamento della Recoaro. Secondo voci insistenti, infatti, già oggi la multinazionale Nestlè-Sanpellegrino potrebbe firmare un atto preliminare di vendita vincolante. Tra i nomi dei possibili acquirenti, in circolo senza ufficialità, ci sarebbero anche Norda o San Benedetto, anche se la più quotata sarebbe la multinazionale olandese Refresco, attiva nel settore delle acque. Dal gruppo Sanpellegrino però non arrivano conferme della prossima firma, anzi precisano: «Non c’è stata alcuna accelerazione. Per molti mesi l’azienda ha accuratamente vagliato le varie  proposte pervenute e i relativi piani industriali, dopo questo processo solo una si è concretizzata in una reale offerta in grado di soddisfare i requisiti di sostenibilità e di potenzialità di sviluppo di tutti i comparti della fabbrica di Recoaro. Quanto prima istituzioni e sindacati potranno verificare la proposta e le opportunità di sviluppo delle produzioni con la serenità necessaria a valutarne serietà e solidità». Intanto però ieri in Regione c’è stato l’incontro tra l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, il sindaco di Recoaro Giovanni Ceola e sindacati. Vertice che ha portato alla costituzione di un Comitato istituzionale per il futuro dello stabilimento delle Acque di Recoaro, presieduto dal primo cittadino Ceola in rappresentanza, anche ideale, di tutti i sindaci riuniti in una manifestazione venerdì scorso. L’obiettivo è quello più volte ribadito: tutelare i marchi storici Gingerino e Acqua Brillante, che la proprietà non sarebbe intenzionata a cedere, con la possibilità che la produzione cessi o venga delocalizzata. «Circolano voci di una vendita imminente, con preliminare già domani (oggi per chi legge, ndr) - spiega Donazzan - e comunque c’è la sensazione di un’accelerazione da parte della proprietà. Con la nascita di questo Comitato istituzionale, strumento utilizzato solo altre due volte in Veneto, vogliamo ribadire la nostra posizione. Parliamo di acqua che porta il nome di un comune, che viene dalla terra. Non è la vendita di un brand, ma di un bene primario». «Vogliamo conoscere gli acquirenti, capire cosa vogliono fare con la nostra acqua. E non è astruso dire che preferiamo un’azienda nazionale, con la quale può esserci un confronto diretto, piuttosto che una multinazionale. Ci riteniamo dei soci storici, anche per i mezzi messi a disposizione negli anni, come la cassa integrazione», conclude Donazzan. Tra i primi passi formali c’è una lettera che sarà inviata alla Nestlè, con la quale si chiede un confronto con il Comitato prima di procedere ad ulteriori scelte, e la richiesta al Parlamento di rivedere la tutela dei marchi. Intanto nuova mossa della Provincia. «Chiediamo che nello stabilimento di Recoaro venga garantita la produzione non solo dell’acqua, ma anche dei prodotti Gingerino e Acqua Brillante», è la richiesta contenuta nella lettera sottoscritta da 110 sindaci ed inviata alla Nestlè. «È una trattativa che ha nel suo oggetto, nel bene materiale e immateriale in vendita, il suo stesso territorio», ribadisce Variati. In allerta anche i sindacati. Daniele Zambon di Fai Cisl è prudente: «Bisogna guadagnare tempo e coinvolgere il Ministero». «Se Nestlè chiude l’accordo è una mancanza di rispetto verso le istituzioni - attacca Nicola Storti, Uila -. Saremmo pronti ad opporci in tutti i modi». «L’obiettivo è tutelare l’occupazione nel lungo periodo», sottolinea Giosuè Mattei di Flai Cgil.

Alessia Zorzan Luigi Cristina

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