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«Quella centralina non causerà danni»

Il tratto del torrente Agno dove, secondo il progetto, dovrebbe essere realizzata la centralina. VE.MO.
Il tratto del torrente Agno dove, secondo il progetto, dovrebbe essere realizzata la centralina. VE.MO.
Il tratto del torrente Agno dove, secondo il progetto, dovrebbe essere realizzata la centralina. VE.MO.
Il tratto del torrente Agno dove, secondo il progetto, dovrebbe essere realizzata la centralina. VE.MO.

Una centralina a prova di ambiente. Al no di Comune, Legambiente e “Bacino Agno Chiampo” alla costruzione dell’opera idraulica che sfrutterebbe il salto a poche centinaia di metri a nord del ponte della pista ciclabile che collega le due sponde del torrente Agno, ora ribatte lo studio incaricato della progettazione. Dopo la visita istruttoria della scorsa settimana, in città continuano a serpeggiare le preoccupazioni per la sostenibilità ambientale e l’incidenza sulle potenzialità turistiche della pista ciclabile che corre accanto alla zona interessata dai lavori. A ribattere punto su punto alle criticità sollevate nell’incontro di oltre 5 ore è l’ingegnere Fernando Garbin che sta seguendo l’iter: «I committenti hanno a cuore il territorio e non intendono stravolgerlo con interventi impattanti. D’altra parte c’è anche la consapevolezza che occorre, con gli attuali livelli di inquinamento atmosferico e di riscaldamento globale, creare energia pulita anche per importarne meno dall’estero, dove è prodotta con combustibili fossili o da centrali nucleari obsolete e poco sicure». Andando al cuore del progetto si tratterà di un impianto con turbina verticale che risponderebbe al fabbisogno di 700 persone con una produzione di 560 mila kilowatt all’ora. Il tutto sarebbe contenuto in una “cabina” di 6,75 metri per 4,80. Nessun altra struttura verrà creata: con una derivazione a monte della briglia esistente l’acqua arriverà in una vasca di carico e verrà restituita al torrente una ventina di metri dal salto creando una sorta di “lago”. «L’impianto si bloccherà automaticamente in caso di carenza d’acqua o di piena -prosegue Garbin- Sono stati effettuati tutti gli studi e presentati al Genio civile e all’Autorità di bacino. Con quest’opera, che è della tipologia più sostenibile dal punto di vista ambientale, non si producono emissioni, la temperatura dell’acqua è identica nel momento della presa e del rilascio e soprattutto la stessa quantitativamente». Ma perchè non riattivare le vecchie centraline “Marzotto” come avanzato dal Comune? «Nulla lo vieta, ma se proprio vogliamo andare a vederle non sono ecologicamente moderne -puntualizza il progettista-. Si tratta di opere idrauliche che toglievano l’acqua dall’alveo rilasciandola in un altro punto del torrente e, quindi, impoverendo il corso. Con quella in esame l’effetto cascata rimarrà perché non si riduce la portata. Dal punto di vista dell’impatto visivo la struttura sarà quasi del tutto interrata o sommersa e non sarà modificata o manomessa la pista ciclabile». Andando a guardare nel particolare il disegno verrà creato uno spazio laterale al percorso Prien Am Chiemsee che è stato pensato come punto panoramico. Infine anche la preoccupazione dei pescatori dell’ associazione sportiva dilettantistica “Bacino Agno Chiampo” trova una risposta del progettista: «Ci sarà una maggior quantità di pesce grazie alla semina di 2.750 trote fario all’anno come imposto da “Veneto Agricoltura”. E soprattutto al deflusso minimo vitale sarà aggiunta la novità del deflusso ecologico che dovrà essere quantificato. C’è poi la disponibilità dei committenti di effettuare opere di mitigazione e compensazione, come la realizzazione di percorsi didattici, la manutenzione degli argini o opere di arredo urbano». A questo punto la “battaglia” della centralina si sposterà in Regione, a suon di perizie e controdeduzioni, in commissione tecnica e in quella di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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