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Pronti a ricevere nuovi profughi Parte il progetto

L’abitazione di Novale che ospita un gruppo di immigrati.   VE.MO.
L’abitazione di Novale che ospita un gruppo di immigrati. VE.MO.
L’abitazione di Novale che ospita un gruppo di immigrati.   VE.MO.
L’abitazione di Novale che ospita un gruppo di immigrati. VE.MO.

Una variazione urgente al bilancio di previsione. Talmente urgente da impegnare la giunta al posto del Consiglio che dovrà ratificarla entro 60 giorni. Motivo? La conferma che il progetto presentato al ministero dell’Interno per l’accoglienza diffusa dei richiedenti asilo è stato accolto. Un progetto da un milione 556 mila euro per il triennio 2018-2020 che ha visto Valdagno partecipare come comune capofila insieme a Recoaro Terme all’ultimo bando per il Sistema protezione richiedenti asilo e rifugiati. Per il momento all’orizzonte non si intravedono nuovi arrivi nelle due città. Almeno questo è quanto dichiarato dai due sindaci coinvolti nel progetto. Il 6 febbraio è arrivata la risposta ed il progetto prenderà definitivamente il via tra aprile e maggio a Valdagno e il primo marzo a Recoaro. Tutto era pressoché pronto: una delibera della giunta valdagnese aveva accreditato come ente gestore la cooperativa “Studio Progetto” di Cornedo che già svolge servizio come Centro di accoglienza straordinaria nel territorio. Inoltre, il dipartimento ministeriale per le libertà civili e l’immigrazione, a fine anno, aveva riconosciuto il contributo di 490 mila euro annui su 518 mila euro. Il resto, ovvero 28 mila 421 euro ogni 12 mesi, rimarrà a carico dei due Comuni come quota di compartecipazione. Ma cosa cambia con l’adesione allo Sprar? «Sicuramente questo è il modo migliore per gestire il fenomeno - afferma il sindaco di Valdagno, Giancarlo Acerbi- Ora non possiamo sapere se arriveranno altri rifugiati. Per il momento puntiamo a inserire nel progetto quelli già presenti. Non potevamo fare finta di niente e per affrontare al meglio la situazione ci siamo assunti la responsabilità per i nostri cittadini». Attualmente, come ha confermato Acerbi, a Valdagno ci sono 34 richiedenti asilo: 13 nella struttura di via Molini d’Agno in zona industriale, 8 tra via Baresei e un appartamento e 11 in via Sandri e Menti a Novale, oltre a 3 nella comunità Papa Giovanni XXIII. Sul fronte recoarese, scenario di manifestazioni nel 2016, si è arrivati allo Sprar dopo due anni in cui la tensione era salita alle stelle con la vicenda dell’ex albergo “Al Bersagliere” già nel 2015 individuato come possibile punto di accoglienza di migranti, diventato poi Centro di accoglienza straordinario e successivamente incendiato per due volte in pochi giorni. «L’adesione allo Sprar è la risposta più completa si potesse dare sia per il controllo che assicura che per garantire una situazione dignitosa a chi arriva - spiega il sindaco Giovanni Ceola- Nel nostro caso si tratterà di inserire nel programma due famiglie con figli minori, che già da qualche mese vivono in due appartamenti». Il progetto prevede per i migranti l’obbligo di frequentare un corso d’italiano, un percorso di formazione professionale e una fase di tirocinio con l’assistenza nella ricerca del lavoro. Dall’altra parte è prevista una “clausola di salvaguardia” che prevede un massimo di 3 rifugiati ogni 1000 abitanti e l’esenzione da ulteriori forme di accoglienza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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