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Prete da 50 anni «L’educazione inizia in oratorio»

Foto con la famiglia per don Federico Marcazzan (a destra) al centro il card. Pietro Parolin. CARIOLATO
Foto con la famiglia per don Federico Marcazzan (a destra) al centro il card. Pietro Parolin. CARIOLATO
Foto con la famiglia per don Federico Marcazzan (a destra) al centro il card. Pietro Parolin. CARIOLATO
Foto con la famiglia per don Federico Marcazzan (a destra) al centro il card. Pietro Parolin. CARIOLATO

Mezzo secolo di sacerdozio riassunto in «tanta strada in salita, con curve ed erbacce, luci ed ombre, certamente sostenuto dalle preghiere dei miei cari e da tante altre persone. Giornate sempre piene, fra celebrazioni, catechesi, scuola, visita alle famiglie e ai malati». Le comunità di Cornedo, Muzzolon e Spagnago si sono strette attorno al loro parroco, don Federico Marcazzan, a capo dell’unità pastorale. Alla celebrazione ha preso parte anche il segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin. Molti gli auguri giunti al religioso, fra cui quelli dei bambini che frequentano l’oratorio. Uno di loro gli ha scritto: «Vorrò essere come te, perché ci vuoi bene e ti voglio bene». Un augurio non casuale, ma frutto dal valore che il religioso ha sempre dato all’oratorio, dove i bambini, i ragazzi, i giovani e i gruppi, come gli scout, si trovano sia per far crescere la loro fede sia per sviluppare il senso sociale. «Il loro entusiasmo per le attività di gruppo, le uscite sui monti, i campeggi, le gare – afferma don Marcazzan - mi fecero scoprire un metodo educativo pieno di risorse». A proposito di gare, una gli sta particolarmente a cuore, risale a quand’era cappellano a Cavazzale. Don Federico tira fuori un settimanale un po’ ingiallito: c’è la fotografia di Gabriella Dorio, a 25 anni, la regina del mezzofondo: «Se sono diventata un nome dell’atletica - ha dichiarato -, il merito è anche di un cappellano. Don Federico aveva il pallino delle corse campestri. Dai, dai, e mi convinse a tentare: prima gara, prima vittoria, non mi sono più fermata». Con lui non si può non parlare di oratorio. «Quando sono arrivato a Cornedo, 14 anni fa, giungevo da San Zeno di Cassola, dove, neanche a farlo apposta, c’era il problema dell’oratorio nuovo, che si è riproposto qui: rimodernare l’esistente sala del cinema oppure sfruttare il volume per una nuova struttura? A Cornedo c’è stato il coraggio di demolire il vecchio e costruire il nuovo: ora i ragazzi, che prima girovagavano nelle aule della scuola media per il catechismo, hanno spazi di incontro: forse anche troppi. Del resto non ci sono più nascite e, di conseguenza, sempre meno vocazioni: sono sempre più preti anziani a reggere le parrocchie. Io, ottavo di dieci figli, non sarei al mondo se mia mamma si fosse fermata a sette». Don Federico, che compirà 76 anni il 29 luglio, si lascia andare ad una riflessione sulle famiglie di oggi: «Non pensano al domani, concentrati sull’oggi, e i figli crescono fragili, senza sacrificio, senza memoria, accontentati in tutto. Ricordo che, quando uscivo dalla canonica, ero circondato dai ragazzi, oggi non più. Per questo l’oratorio è importante per l’aggregazione, l’educazione sociale e cristiana dei ragazzi. La gente deve ricominciare a conoscersi, a scambiarsi le idee, fare progetti e trovarsi insieme in momenti di incontro». Ecco allora l’impegno di don Federico Marcazzan per il riuso della ex-chiesa parrocchiale, il cui restauro è in stato avanzato, che potrà diventare un ambiente polivalente, fruibile da tutti: «Con il contributo del Comune e la generosità della comunità di Cornedo, come è avvenuto per il nuovo oratorio, faremo fronte alla spesa. “Là c’è la Provvidenza”, soleva dire Manzoni». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aristide Cariolato

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