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Poscola da deviare, il rebus espropri

Il lato nord della Poscola, dove potrebbe essere realizzata la deviazione eliminando l’ansa. CARIOLATO
Il lato nord della Poscola, dove potrebbe essere realizzata la deviazione eliminando l’ansa. CARIOLATO
Il lato nord della Poscola, dove potrebbe essere realizzata la deviazione eliminando l’ansa. CARIOLATO
Il lato nord della Poscola, dove potrebbe essere realizzata la deviazione eliminando l’ansa. CARIOLATO

Nord o sud. Si saprà entro la settimana quale direzione dovrà prendere la deviazione della Poscola, condizione posta dalla magistratura per far proseguire in sicurezza il cantiere della Pedemontana. Due le possibili soluzioni: una a sud, attraverso l’area del cantiere e sopra il tratto di tunnel già consolidato, e una seconda a nord, verso Montepulgo, che consentirebbe di mettere al riparo da esondazioni il cantiere e garantirebbe sicurezza agli operai. Dal consorzio Alta Pianura Veneta arriva l’indicazione verso nord.

«Il terreno delle Poscole sotto il piano campagna è pieno di infiltrazioni d’acqua, anche se in apparenza è asciutto – afferma il presidente Silvio Parise -. Una di queste ha causato il crollo della galleria un mese fa. La deviazione verso nord è la più congeniale». Sarà il pool di tecnici incaricati dal sostituto procuratore della Repubblica di Vicenza Silvia Golin a decidere. Francesco Rossito, Gianluca Pasqualon e il geologo Pier Andrea Verlicek, si esprimeranno in questi giorni. Va detto che la soluzione a nord farebbe scattare nuovi espropri. Troviamo Luigino Tovo, proprietario dei terreni, indaffarato al volante di un’imballatrice.

«Che devo dire? - commenta, scendendo dal pesante automezzo -. So che ci sono queste due ipotesi. Mi risulta però che il mio terreno sia compreso nel Sito di Interesse Europeo, per cui sarà necessaria l’autorizzazione di Bruxelles. Ma a parte questo, a seguito degli espropri, di cui sono stati oggetto i miei terreni, di cui non ho visto ancora un centesimo, penso che se adesso dovesse arrivare questa ulteriore occupazione del mio terreno, sarò costretto a chiedere di essere assunto come operaio alla Sis!». Con un sorriso amaro risale in cabina e prosegue il suo lavoro.

Sul fronte amministrativo locale, c’è il desiderio di far ripartire i lavori. «La vicenda è coperta dal segreto istruttorio – precisa subito il sindaco di Cornedo, Martino Montagna -. L’amministrazione comunale è a disposizione dei tecnici del magistrato. C’è totale collaborazione, anche attraverso la conferenza dei servizi, che abbiamo ospitato più volte a Cornedo. Vorrei però smentire che ci siano frizioni fra i tecnici incaricati dalla procura e tecnici della Sis. Lo spirito è collaborativo». «Io mi auguro solo - aggiunge il sindaco di Castelgomberto Lorenzo Dal Toso - che la Pedemontana venga terminata quanto prima».

Per ora invece tutto è fermo a Cornedo, nel cantiere d’ingresso della galleria Castelgomberto - Malo dopo il crollo dell’11 settembre. Da Venezia arriva anche il commento di Andrea Zanoni consigliere regionale Pd e vice presidente della commissione ambiente che ritorna sullo studio preliminare della Via: «Avevo ragione a dubitare della Valutazione di Impatto Ambientale sulla Pedemontana, adesso anche la magistratura dice che non si può lavorare in simili condizioni e per evitare rischi chiede di spostare il corso del torrente Poscola per riaprire il cantiere all’imbocco della galleria. I nodi stanno venendo al pettine».

Aristide Cariolato

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