<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Ordinanza beffa
Baristi a secco
alla festa d’autunno

Brindisi con un retrogusto amaro durante la Festa d’autunno, penalizzata dall’ordinanza. MOLINARI
Brindisi con un retrogusto amaro durante la Festa d’autunno, penalizzata dall’ordinanza. MOLINARI
Brindisi con un retrogusto amaro durante la Festa d’autunno, penalizzata dall’ordinanza. MOLINARI
Brindisi con un retrogusto amaro durante la Festa d’autunno, penalizzata dall’ordinanza. MOLINARI

La Festa d’autunno torna in città, ma tra i banchi del consiglio comunale. A riportare la kermesse sotto i riflettori è stata un’interrogazione di Nuova Valdagno, Forza Italia e Lega nord che hanno puntato il dito contro le ordinanze comunali emesse per l’occasione. Sotto accusa la rimozione dei plateatici e i divieti di somministrazione di bevande in bicchieri e bottiglie di vetro all’esterno dei locali e quello assoluto di vendita di alcolici dopo la mezzanotte. E facendo un giro dei bar del centro la musica non cambia: «Fatturati dimezzati rispetto allo scorso anno e provvedimenti senza senso». La risposta dell’assessore agli eventi, Michele Vencato, è forte e chiara: «Abbiamo applicato le disposizioni del decreto Minniti perché questo dobbiamo. Le restrizioni, predisposte in commissione pubblici spettacoli rispondevano a un’esigenza di sicurezza e a chi ci chiede cos’è cambiato rispetto alle passate edizioni, ricordiamo i tragici fatti di Torino causati anche dall’aver sottostimato le presenze, aver bloccato possibili vie di fuga e non aver vietato comportamenti a rischio come la vendita di alcolici o la distribuzione di bottiglie di vetro. Queste sono le misure che abbiamo adottato attenendoci alle nuove norme».

Ma Francesca Vitetta, capogruppo di Nuova Valdagno non ci sta e affonda il colpo: «Il codice Minniti va applicato sicuramente, ma contestualizzandolo. Non stiamo parlando di una città metropolitana e nemmeno della finale di Champions League. La normativa non è uscita due giorni prima della Festa d’Autunno e ci sarebbe stato il tempo per concordare tutto. Gli esercenti dei locali lamentano un crollo dei fatturati anche del 50% rispetto all’anno scorso. Ma la Festa d’autunno dovrebbe essere anche un’occasione per gli operatori, compresi i baristi. Imporre poi il divieto di somministrazione degli alcolici dopo mezzanotte solo a chi ha l’attività nei 300 metri del centro storico vuol dire nascondersi dietro un dito».

«Ci auguriamo che per la prossima edizione ci si sieda attorno ad un tavolo e si facciano scelte insieme» è l’auspicio degli esercenti. Approfondendo, il divieto per i bicchieri e le bottiglie di vetro e la rimozione dei plateatici non sarebbero stati un problema. Il vero pomo della discordia era il blocco della somministrazione degli alcolici dopo la mezzanotte. «A dimostrazione della decisione insensata, in quei giorni, alle 16 è stata caricata in ambulanza una persona in coma etilico. Non era certo notte fonda», fanno sapere da “Il vizio”. Sulla stessa linea all’Hosteria: «Non si capisce il motivo del divieto. Le restrizioni di orario non risolvono il problema. Anzi i giovani quelle sere si riversavano nei locali appena fuori dal centro, dove potevano bere senza controllo. Ottobre e novembre sono i mesi economicamente meno favorevoli per le nostre attività e la Festa d’autunno ci ha sempre dato una boccata d’ossigeno». Ore in meno di lavoro vogliono dire meno fatturato e lo sanno bene al “Tasca”: «Il danno economico è innegabile. Questa decisione calata dall’alto ha scontentato tutti, clienti compresi. Siamo noi gestori i primi a desiderare che non ci siano problemi e conoscendo la clientela sappiamo arginare le situazioni che possono degenerare». Di presa in giro parlano all’enoteca “Amarcord”: «Oltre al crollo del fatturato non si capisce il senso. I ragazzi escono tardi e non potendo servirsi in centro sono andati altrove. Il rischio non è legato all’orario».

Veronica Molinari

Suggerimenti