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Museo, è corsa contro il tempo

L’ex Tiro a segno dove dovrebbe trovare posto il museo. FOTO ZILLIKEN
L’ex Tiro a segno dove dovrebbe trovare posto il museo. FOTO ZILLIKEN
L’ex Tiro a segno dove dovrebbe trovare posto il museo. FOTO ZILLIKEN
L’ex Tiro a segno dove dovrebbe trovare posto il museo. FOTO ZILLIKEN

Che fine ha fatto l’agognato Museo della Resistenza? Già, perché se i lavori nell’ex Tiro a segno non si realizzeranno entro il 2018, il rischio concreto è che lo Stato si riprenda l’edificio donato al Comune due anni fa. Il problema, a sentire l’amministrazione, sembrerebbe essere il solito. Il denaro da trovare e investire, naturalmente.

LA DONAZIONE. All’inizio del 2015, dopo dieci anni di tira e molla, il Demanio cede gratuitamente al Comune l’ex Tiro a segno di via Sette Martiri a patto che, entro tre anni, si costruisca un’area di rilevanza sociale e culturale.

L’amministrazione, dopo un lungo dibattito, opta nel 2013 per un luogo della memoria dedicato alla Resistenza. A quasi due anni dalla cessione - complicata da diversi elementi tra cui la presenza all’epoca di una attività artigianale (una carrozzeria), che avrebbe dovuto essere trasferita - nulla si è mosso.

Ora nel bilancio triennale si legge però una voce da ben 200 mila euro. Cifra che servirebbe per attivare la progettazione e iniziare la costruzione del museo tra il 2018 ed il 2019. Proprio ad un passo dalla scadenza del vincolo sottoscritto nel patto tra Comune e Demanio. Insomma, è corsa contro il tempo.

IL MUSEO. Il progetto prevedrebbe il restyling delle due casette all’ingresso dell’area a sud di Valdagno (la cui gestione sarebbe poi affidata all’Anpi, associazione nazionale partigiani d'Italia), la demolizione degli immobili che erano utilizzati dalla carrozzeria, e la creazione di un parco della Memoria che potrebbe finire in gestione alla sezione Ana di Valdagno.

I primi passi di questo progetto risalgono al 2004 quando il Comune acquistò dal Demanio 5 mila metri quadrati del Compendio per una cifra pari a 260 mila 900 euro. Poi la trattativa tra i due proseguì per completare l’acquisizione dell’intero luogo. La richiesta in denaro del Demanio però era troppo alta e tutto finì lì. Poi, infine, intervenne il decreto governativo firmato da Enrico Letta che consentì la cessione gratuita, seppur vincolata, della struttura. E, da lì, si passò all’idea di costruire un museo della Resistenza.

QUI ANPI. Il segretario della sezione Anpi, Franca Dal Maso, spiega: «Siamo pronti a gestire questi locali da quando ci hanno comunicato che l’area era stata ceduta. Poi un lungo silenzio che ci ha un po’ preoccupati. Ora pare ci sia uno spiraglio». «Quello spazio è già un luogo della memoria e della Resistenza, perché lì si ricorda l’eccidio dei Sette Martiri - ricorda Dal Maso -. L’idea è creare, grazie alle nostre possibilità e alle competenze dei nostri storici, una biblioteca dedicata con spazi per la consultazione ed una parte riservata alle visite delle scolaresche».

L’assessore ai lavori pubblici, Federico Granello: «Nel bilancio triennale abbiamo riservato 200 mila euro per iniziare la progettazione. Con un piano sarà possibile usufruire dei finanziamenti europei o regionali per partire con la ristrutturazione delle due casette, demolire la carrozzeria e creare un’area verde per la didattica». In tema di Resistenza, intanto, è stato inaugurato il percorso “Luigi Pierobon”, comandante della Brigata Stella. Il partigiano, insignito della medaglia d’oro al valor militare, è stato commemorato l'altro giorno durante la cerimonia di intitolazione della strada che costeggia il lato nord del cimitero del capoluogo.

Karl Zilliken

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