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Moschea abusiva, ora è del Comune

Cala il sipario sulla moschea di Spagnago. Il Comune è il nuovo proprietario del seminterrato del capannone di via Monte Ortigara, che i musulmani della valle dell’Agno avevano costruito come luogo di incontri e di preghiera. Il Consiglio di Stato, esprimendo il parere al Capo dello Stato cui l’associazione culturale “El Nour” aveva fatto ricorso, ha definitivamente chiarito che la moschea era un abuso edilizio insanabile. «Mi preme evidenziare che anche il Consiglio di Stato conferma che non c’è stato da parte del Comune nessun comportamento discriminatorio nei confronti della confessione islamica - precisa l’assessore Francesco Lanaro -, ma siamo di fronte ad un vero e proprio abuso edilizio, il cui ripristino non è stato ottemperato dai musulmani». «È stato accertato - aggiunge - che lo stabile veniva utilizzato come luogo di culto anche se i fedeli di Maometto hanno sempre sostenuto che si trattava di un luogo di incontro culturale. Penso che Cornedo sia il primo Comune d’Italia a diventare proprietario di una moschea, chiaramente abusiva. Mi fa piacere che sia prevalsa la tesi che nessuno può essere al di sopra della legge: anche se le norme possono essere interpretate, nessuno può prevaricarle». Il Comune in attesa della pronuncia del Capo dello Stato, a cui l’associazione culturale “El Nour” si era rivolta per avere l’annullamento dell’ordinanza del sindaco aveva deciso di non usare lo stabile. Ora che ne è diventato proprietario deciderà sul da farsi, tenuto conto che si tratta di una struttura ad uso artigianale. Quando a marzo 2016 la polizia locale consortile accertò che lo stabile di via Monte Ortigara era usato come luogo di culto, in contrasto con la sua destinazione artigianale, lo chiuse, ordinando ai musulmani di ripristinarne l’uso iniziale. L’ordinanza non ha avuto seguito e il Comune lo ha requisito. Il “Centro culturale le ha provate tutte per tenersi il locale. Prima si è iscritto al registro nazionale delle associazioni culturali, che prevede la deroga allo strumento urbanistico, dando la possibilità di riunirsi in una struttura con diversa destinazione d’uso. Ma la polizia locale attraverso numerosi sopralluoghi ha certificato l’uso religioso, in contrasto con le norme edilizie comunali. I musulmani sono ricorsi al Tar Veneto, che ha dato ragione al Comune. Non c’è stato altro da fare che impugnare l’atto davanti al Capo dello Stato, ma il Consiglio di Stato, ed è notizia di questi giorni, ha espresso il parere che «il ricorso debba essere respinto», mettendo una pietra tombale sulla moschea di Spagnago. I musulmani si erano trasferiti a Spagnago nel 2015 dopo la chiusura della storica piccola moschea in via Don Bosco, perché non era più conforme ai requisiti riguardanti gli edifici di culto. I fedeli di Allah erano convinti che Spagnago sarebbe stata la sede definitiva. Invece si sono trovati non solo senza un luogo di incontro, ma anche senza lo stabile. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Aristide Cariolato

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