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Maxi leone al battesimo, bandiere Lega vietate

Il maxi leone posto al centro della rotatoria a sud di Trissino sarà inaugurato domenica.  ZORDAN
Il maxi leone posto al centro della rotatoria a sud di Trissino sarà inaugurato domenica. ZORDAN
Il maxi leone posto al centro della rotatoria a sud di Trissino sarà inaugurato domenica.  ZORDAN
Il maxi leone posto al centro della rotatoria a sud di Trissino sarà inaugurato domenica. ZORDAN

Conto alla rovescia per il battesimo del “Leon”. E la vigilia già si scalda. Domenica alle 15 si alzerà il sipario sull’enorme monumento posto al centro della rotatoria di Trissino, un appuntamento per il quale la Lega chiama a raccolta i militanti e i sostenitori, invitandoli a non portare bandiere di partito. Nel paese del ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, Erika Stefani, guidato da Davide Faccio, entrambi esponenti del Carroccio, l’invito ad ammainare per un giorno il vessillo arriva da Alessandro Landi, della Consulta Identità Veneta del partito: «Data la connotazione non politica della manifestazione, siete invitati a partecipare senza bandiera della Lega all’inaugurazione di quella che è considerata la più grande statua al mondo raffigurante il simbolo della Serenissima», ha scritto ai militanti, a caratteri evidenziati. Bandite non solo le bandiere verdi con rosa celtica o Alberto da Giussano. «All’inaugurazione sono invitati tutti, compresi i rappresentanti di ogni colore politico. Ma non vogliamo bandiere di alcun partito, perché il Leone di San Marco è un simbolo identitario del popolo veneto. Vogliamo che sia la festa di tutti i veneti». A dichiararlo Giampaolo Gentilin, presidente del Comitato Identità Veneta che assieme a Simone Gentilin (consigliere di maggioranza iscritto a Indipendenza Veneta) e Giovanni Ceranto Jahnson (consigliere di maggioranza iscritto alla Lega) nell’ottobre del 2017 hanno costituito il comitato per raccogliere da privati la somma per realizzare il leone, alla fine costato 14 mila euro. Si tratta di un manufatto lungo 4 metri e alto 3, che poggerà su un basamento circolare alto un metro, costruito «in vetroresina con finitura uguale alla pietra di Vicenza». E domenica farà ufficialmente la sua comparsa, con lo scoprimento del telo che lo protegge da alcune settimane, al centro della rotatoria che regola il traffico in direzione di Valdagno, Montecchio e Tezze di Arzignano, oltre che rappresentare la principale porta d’ingresso del paese. «Per realizzare la scultura - specifica il sindaco Faccio - sono stati tutti a carico di privati. Il Comune ha solo provveduto a riordinare la rotonda, occupandosi del manto erboso e di nuove piantumazioni con oneri di una urbanizzazione derivanti da una procedura Suap». L’amministrazione comunale «di espressione civica» tiene a precisare che il monumento non ha connotazione politica. «La statua - afferma l’assessore al sostegno dell’identità veneta, Gianpiero Ramina - la statua ha un valore prettamente identitario. È il simbolo di appartenenza di un popolo, quello Veneto, quella identità che Napoleone aveva provato a cancellare facendo abbattere i leoni di San Marco, imitato da Tito dopo l’occupazione di Dalmazia e Istria». C’è però chi non vede di buon occhio il leone e sta organizzando una contromanifestazione, «una inaugurazione carnascialesca/animalesca della Rotatoria del crimine ambientale, performance collettiva degli attivisti No Pfas e dei movimenti delle Valli pedemontane per una nuova giustizia ambientale». Nei giorni scorsi anche il parroco don Lucio era finito nel mirino dei movimenti per aver pubblicato sul bollettino parrocchiale l’annuncio dell’inaugurazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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