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Lo storico market chiude senza onori

Un’immagine storica di Renato Guiotto nel market a cui ha dato il suo nome. FOTOSERVIZIO DANIELIRenato Guiotto oggi
Un’immagine storica di Renato Guiotto nel market a cui ha dato il suo nome. FOTOSERVIZIO DANIELIRenato Guiotto oggi
Un’immagine storica di Renato Guiotto nel market a cui ha dato il suo nome. FOTOSERVIZIO DANIELIRenato Guiotto oggi
Un’immagine storica di Renato Guiotto nel market a cui ha dato il suo nome. FOTOSERVIZIO DANIELIRenato Guiotto oggi

Chiuse le serrande, restano aperte le polemiche. Succede al Renato Market nella frazione di Novale un simbolo del servizio pubblico a Valdagno. Un negozio che per il suo ruolo avrebbe tutte le caratteristiche per essere promosso locale storico, ma la Regione ha respinto la richiesta del titolare e della sorella.

La “bottega” fu aperta da Giuseppina Avancini in collaborazione con il consorte Carlo Pasetto nel lontano 1928. «In un documento del Podestà – racconta Renato Guiotto - veniva permessa la vendita del vino. In quel periodo era l’unico negozio aperto a Novale, che è stato anche Comune».

Erano tempi di grande povertà. Ai coniugi Pasetto la gente chiedeva cuoio per risuolare le scarpe o brocche da mettere sotto gli zoccoli per non consumare il legno. Una volta la “bottega” veniva tramandata in famiglia, era un’arte. Dopo la morte prematura della nonna Giuseppina l’esercizio venne rilevato da Maria Pasetto, mamma di Renato e Margherita. Erano gli Anni ’50, la guerra era finita da poco e stava arrivando il boom economico. Papà Albino Guiotto decise di affiancare così Maria nella gestione. Il negozio fu quindi rilevato dal figlio maggiore, Renato, che negli Anni ’70 cambiò il nome in Renato Market. «Il momento più brutto? Quando venne a mancare papà Albino – si intristisce Renato -. Eravamo stati fianco a fianco in negozio per più di 20 anni, mi sembrava di essere nato lì. Mi feci forza e l’esperienza mi fu di aiuto».

Un validissimo aiuto in quei momenti arrivò dalla sorella Margherita che lasciò gli studi per affiancarlo. «Un altro momento molto duro arrivò nel 1998 con la morte della mamma – rammenta Renato-. Era una presenza insostituibile». Così è rimasta solo Margherita a fianco di Renato fino all’ultimo giorno di apertura, il 29 luglio 2017.

Fra tanti dispiaceri anche un decennio di grandi soddisfazioni. «Quello fra gli anni ’70 e ’80 – racconta Renato Guiotto- è stato il periodo più bello. Il rapporto con la gente era bellissimo. La bottega era un autentico punto di riferimento. Molti sapevano che certi prodotti li trovavano solo da noi».

A minare l’attività del Renato Market non è stata la concorrenza insuperabile con i centri commerciali. «Ho oramai una bella età e anche un bel po’ di acciacchi – ammette Renato -. Qualche problemino ce l’ha pure mia sorella, quindi è arrivato il momento di accudire il mio nipotino».

C’è però un rammarico nella storia professionale di Renato Guiotto: «Prima di morire - ammette - mi sarei aspettata la soddisfazione di ottenere il riconoscimento di locale storico».

L’ultimo rinnovo del locale fu eseguito nel ’72, ma le vetrine, la porta e i pavimenti sono quelli originali degli Anni ’50. Per questo Renato e Margherita, si sono rivolti alla Regione: «Avevamo saputo consultando Internet che esisteva un bando per ottenere il riconoscimento di locale storico. Bastavano 40 anni di attività. Il no della Regione arriva peggio di uno schiaffo anche nei confronti di tutti i nostri famigliari che ci hanno preceduto in bottega».

Giannino Danieli

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