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Lo show anti-gender
finisce in parlamento

Il cantautore Giuseppe Povia durante un’esibizione a Sanremo
Il cantautore Giuseppe Povia durante un’esibizione a Sanremo
Il cantautore Giuseppe Povia durante un’esibizione a Sanremo
Il cantautore Giuseppe Povia durante un’esibizione a Sanremo

Lo spettacolo anti gender con Giuseppe Povia e l’avvocato Gianfranco Amato in programma stasera a Cornedo è approdato in parlamento. La senatrice vicentina del Pd Rosanna Filippin ha infatti depositato un’interrogazione parlamentare urgente alla ministra Valeria Fedeli, a firma anche, tra gli altri, dei colleghi Sergio Lo Giudice e Monica Cirinnà, per chiedere chiarimenti sull’utilizzo di aule scolastiche per lo show. Sulla questione dure prese di posizione anche di Arcigay e MaiMa.

Lo spettacolo “La sfida dell’ideologia gender alla famiglia e la dittatura del pensiero unico”, che andrà in scena alle 20.30 nell’auditorium delle scuole medie “Crosara”, è stato organizzato da “Giuristi per la vita” e “Il popolo della famiglia”, movimento politico di orientamento cattolico fondato l’11 marzo 2016 da Mario Adinolfi e dallo stesso Amato.

«Nessuna censura preventiva - spiega Filippin -. Esiste la libertà di pensiero, anche di diffondere idee strampalate e non fondate come quelle sulla diffusione nelle scuole delle teorie gender. Ciò che ci chiediamo è se sia opportuno che spettacoli di questo genere, che poi son comizi ideologici, avvengano in una scuola».

«È scorretto parlare di dibattito, questo è uno show a senso unico che sparge odio verso la comunità Lgbt, raccontando bugie, radicalizzando la paura e installando il pregiudizio anche dove prima non c’era - attacca Thoma Tedesco, presidente di Arcigay Vicenza -. Se qualcuno cerca di fare una domanda o smascherare le bugie che raccontano, viene allontanato». Contrari anche al luogo. «Lo spettacolo è serale, certo, ma si tratta sempre di una scuola pubblica dove l’impegno primario dovrebbe essere la lotta contro le discriminazioni. È abominevole che il Comune abbia dato l’ok ad ospitare l’evento e dispiace che il corpo docenti e il consiglio d’istituto non abbiano espresso netta contrarietà».

Sulla stessa linea anche l’associazione scledense MaiMa, impegnata contro le discriminazioni e il riconoscimento dei diritti civili. «Nessuno mette in discussione la libertà di pensiero - commenta il vicepresidente Fabrizio Benetti - ma per fare corretta informazione servono un contraddittorio e relatori competenti, che qui mancano completamente. Come associazione abbiamo assistito a moltissimi episodi di bullismo omofobo nelle scuole della zona. Siamo convinti che sia importante insegnare la parità di genere e il contrasto al bullismo di stampo omofobo. È allucinante che qui in Italia, nel 2017, si parli ancora di fantomatiche teorie gender».

Alessia Zorzan

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