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Lettera di auguri con licenziamento per 11 lavoratori

La sede del centro di distribuzione della Marr Spa situato al Corè al Maglio di sopra. L.CRI.
La sede del centro di distribuzione della Marr Spa situato al Corè al Maglio di sopra. L.CRI.
La sede del centro di distribuzione della Marr Spa situato al Corè al Maglio di sopra. L.CRI.
La sede del centro di distribuzione della Marr Spa situato al Corè al Maglio di sopra. L.CRI.

Babbo Natale si traveste da Befana e porta come sgradito dono ai lavoratori della Marr del carbone che rischia di essere particolarmente indigesto. Agli 11 dipendenti della sede valdagnese Marr Spa, tutti over 50, metà dei quali donne, poco prima di Natale è arrivata una lettera di auguri nella quale si comunicava anche la chiusura e il conseguente licenziamento per la fine di gennaio 2019. Stessa sorte per altri lavoratori che dipendono da una cooperativa alla quale sono stati affidati i servizi di trasporto e che portano il numero dei possibili licenziati a una ventina. Del caso a livello sindacale si sta occupando la Filcams Cgil di Vicenza con Agostino Di Maria. La Marr Spa, che distribuisce prodotti alimentari a ristoranti, alberghi e mense aziendali, è nata da un ramo d’azienda della Jolly Hotel, poi NH e conta 700 dipendenti, quasi 800 milioni di fatturato e 40 milioni di utili. Ieri si è svolto un primo incontro tra società e sindacato al quale ha partecipato in rappresentanza del sindaco il presidente del Consiglio comunale Martino Gasparella. Ora ci si ritroverà il prossimo mercoledì 9 gennaio nella sede valdagnese per approfondire la situazione. «È evidente che è mancata la volontà di riorganizzare la sede di Valdagno -spiega Di Maria- operando una diversificazione sul mercato della clientela e cercando nuovi sbocchi, vista la professionalità dei dipendenti che lavorano a Valdagno. E questo anche in vista della costruzione della Pedemontana, un’infrastruttura che aggiungerebbe potenzialità logistiche e di trasporto». I rappresentanti sindacali hanno chiesto che l’azienda fornisca alcuni dati sui costi dello stabilimento. «Se l’azienda insiste per la chiusura e il licenziamento dei dipendenti -osserva Di Maria- allora chiederemo come minimo un incentivo per integrare l’assegno di disoccupazione al fine di dotare i lavoratori e le lavoratrici di un periodo maggiore per riqualificarsi e formarsi. Inoltre ci si chiede perché licenziare proprio gli 11 dipendenti di Valdagno su 700. Vogliamo che l’azienda ci ripensi e mantenga i posti di lavoro con una riqualificazione, un rilancio e un ampliamento delle attività alla sede valdagnese». L’azienda inoltre avrebbe già pagato l’affitto del sito valdagnese, da quanto risulta al sindacato, per tutto il 2019 e un anno di lavoro in più sarebbe vitale per affrontare un passaggio così traumatico. Inoltre la sede valdagnese serve il nord est ed è quindi più comoda rispetto alla sede di Marzano in provincia di Pavia dove si vorrebbe trasferire il tutto. Il sindaco Giancarlo Acerbi sottolinea: «Siamo in contatto continuo con sindacato e lavoratori. Parteciperò all’incontro del 9 gennaio per cercare di trovare una soluzione. Da parte nostra offriamo la massimo disponibilità sia per cercare sedi alternative sempre ovviamente in vallata o eventualmente ci impegneremo per essere vicini ai lavoratori e aiutarli a ricollocarli in altre aziende. Nei prossimi mesi alcune realtà produttive dovrebbero espandersi e quindi ci potrebbe essere la possibilità di trovare un nuovo impiego sempre vicino casa». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Luigi Cristina

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