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La Regione deve a Maltauro 1,4 milioni

L’ospedale San Lorenzo di Valdagno è stato inaugurato nel 2004 dopo 15 anni di lavori.   ARCHIVIO
L’ospedale San Lorenzo di Valdagno è stato inaugurato nel 2004 dopo 15 anni di lavori. ARCHIVIO
L’ospedale San Lorenzo di Valdagno è stato inaugurato nel 2004 dopo 15 anni di lavori.   ARCHIVIO
L’ospedale San Lorenzo di Valdagno è stato inaugurato nel 2004 dopo 15 anni di lavori. ARCHIVIO

Ventotto anni dopo, la società che guidava il consorzio di imprese che realizzarono il primo stralcio del nuovo ospedale di Valdagno finalmente potrà vedere tutti i soldi che le spettano. La Regione Veneto è stata infatti condannata a pagare poco meno di 1,4 milioni di euro alla Impresa di costruzioni “Giuseppe Maltauro spa” di Vicenza, capofila dell’Ati (associazione temporanea di imprese) di cui facevano parte anche “Siemens spa”, “Gemmo impianti spa”, “Ing. Bedoni & Bottacin snc”. Si tratta delle maggiori somme dovute in base alla revisione dei prezzi d’appalto, che era stato stipulato nel lontano 16 marzo 1989. I LAVORI. La vicenda, come spesso avviene per le cause civili che giungono al vaglio della Suprema Corte, affonda le sue origini nel passato remoto. Nel 1989, pochi mesi prima che cadesse il muro di Berlino, a Valdagno iniziavano i lavori del nuovo ospedale di cui si discuteva da decenni. A vincere l’appalto era stata l’Ati guidata da Maltauro, che sottoscrisse l’accordo in marzo e iniziò le opere in giugno, alla presenza di numerose cariche dello Stato. L’iter per la realizzazione fu lungo e articolato, tanto che il nuovo San Lorenzo vive la luce 15 anni dopo. La lentezza dei lavori, dovuta a diversi fattori, fece inevitabilmente sì che i costi aumentassero. Tanto che il consorzio chiese poi alla Regione la maggior somma. Da Venezia però si opposero. IN AULA. Il tribunale civile di Venezia accolse, nel 2005, la richiesta di Maltauro, anche a nome delle altre società. Nell’aprile 2012, in parziale riforma di quella sentenza, la Corte d’Appello condannò la Regione Veneto a rifondere all’Ati 1,393.996,28 euro, per l’esecuzione del primo stralcio di lavori, come da contratto d’appalto stipulato con l’Ulss 5, che poi venne soppressa nella riforma delle aziende sanitarie venete. IN CASSAZIONE. Venezia, che di pagare non ne voleva sapere, ha presentato ricorso con l’avvocatura dello Stato anche in Cassazione, contro la gestione liquidatoria dell’Ulss Valle dell’Agno (avv. Luigi Manzi e Mario Testa), l’Ulss Ovest Vicentino, l’Impresa di costruzioni Giuseppe Maltauro spa e l’Ati (avv. Sebastiano Artale e Annapaola Zecchini). Il sostituto procuratore generale Cardino aveva chiesto che il ricorso venisse rigettato, e la prima sezione civile della Cassazione, presieduta da Giancola, ha accolto la sollecitazione. I giudici supremi hanno analizzato, fra l’altro, come la firma dell’appalto fosse precedente alla riforma normativa del settore, e quindi fosse di competenza del tribunale ordinario e non del Tar, come voleva la Regione. La quale chiedeva anche che a pagare dovesse essere la gestione liquidatoria delle vecchie Ulss, poi soppresse; ma per i giudici la competenza sul tema non può che essere regionale. Nel merito del pagamento, infine, nessuna questione: la Regione deve risarcire la Maltauro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Diego Neri

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