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Irregolari sette edifici del Comune

Anche l’autorimessa della polizia locale in piazzale Schio risulta essere un “fabbricato fantasma”.   VE.MO.
Anche l’autorimessa della polizia locale in piazzale Schio risulta essere un “fabbricato fantasma”. VE.MO.
Anche l’autorimessa della polizia locale in piazzale Schio risulta essere un “fabbricato fantasma”.   VE.MO.
Anche l’autorimessa della polizia locale in piazzale Schio risulta essere un “fabbricato fantasma”. VE.MO.

Veronica Molinari In città sette fabbricati “fantasma”. Si tratta di edifici comunali che non esistono per il catasto e, anche se sono sempre stati sotto gli occhi di tutti, la situazione è stata scoperta casualmente dall’Amministrazione solo pochi mesi fa, considerando peraltro che fino a qualche anno fa in molti comuni non si registravano i beni pubblici. Ecco che l’unico rimedio è una delibera per provvedere alla messa in regola degli immobili con l’affidamento a un tecnico esterno per velocizzare le operazioni. Il tempo stringe perchè mancato accatastamento significa sanzioni. E questo sia per gli edifici privati che pubblici. A sollevare perplessità sulla vicenda è però il capogruppo consiliare della Lega Nord, Marco Randon, che dopo aver scovato il provvedimento di affidamento dell’incarico a un professionista esterno è voluto andare a fondo della questione interpellando gli uffici comunali competenti. «Quando è stata pubblicata la delibera nell’albo pretorio non riuscivo a capire esattamente di quali edifici si trattasse e come potesse esistere una situazione del genere - afferma Randon -. Così, a fine novembre, ho iniziato a porre delle domande agli uffici competenti e i primi giorni di gennaio sono riuscito ad avere le risposte che mi hanno lasciato quanto meno interdetto. Continuavo a chiedermi, e a chiedere all’ufficio tecnico, come fosse possibile che una amministrazione pubblica non fosse in regola e se non si poteva risparmiare facendo effettuare il lavoro di accatastamento ai professionisti interni all’emte pubblico?». I fabbricati che per lo Stato non esistono sono le serre e i servizi igienici nel parco “La Favorita”, il parcheggio interrato in viale Trento, l’autorimessa in piazzale Schio, i bagni dell’area verde del Foro Boario, il deposito nell’area degli spettacoli viaggianti e uno spogliatoio all’ecocentro. «Dalle spiegazioni che ho ricevuto dagli uffici tecnici la scoperta di questi edifici non in regola è stata casuale -ha aggiunto Randon- C’era stata una notifica dell’Agenzia delle entrate per un serbatoio dell’acquedotto in zona Castello. Questo ha portato il personale comunale a verificare tutta la situazione e conseguentemente alla scoperta che esistevano alcuni immobili che erano ancora da accatastare». Una corsa ai ripari per evitare sanzioni in caso di controlli. E quindi subito una delibera per affidare l’incarico a professionisti che facciano il lavoro nel minor tempo possibile. «Per prima cosa non riesco a comprendere come la spiegazione di un mancato accatastamento possa essere indicata nel fatto che erano immobili di privati che non hanno provveduto alle pratiche o fabbricati considerati minori - ha proseguito il capogruppo leghista - Questa, infatti, è stata la risposta ufficiale, nero su bianco, che mi è stata fornita. Come se un cittadino non provvedesse per il proprio garage perchè si tratta di un “fabbricato minore”. Ma soprattutto mi domando perchè questa dimenticanza deve essere pagata facendo uscire dalle casse comunali 8 mila 270 euro di consulenti esterni quando abbiamo geometri, ingegneri e architetti che sono dipendenti comunali. La giustificazione che a ciò è stata data, ovvero che il carico di lavoro degli uffici comunali non consentirebbe di provvedere in tempi brevi, non è assolutamente accettabile». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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