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In migliaia per l’ospedale
«Vogliamo nascere qui»

Quasi diecimila persone secondo gli organizzatori hanno sfilato per l’ospedale. FOTOSERVIZIO ZILLIKENTra le priorità dei manifestanti il mantenimento del punto nascitePresenti anche molti bambini
Quasi diecimila persone secondo gli organizzatori hanno sfilato per l’ospedale. FOTOSERVIZIO ZILLIKENTra le priorità dei manifestanti il mantenimento del punto nascitePresenti anche molti bambini
Quasi diecimila persone secondo gli organizzatori hanno sfilato per l’ospedale. FOTOSERVIZIO ZILLIKENTra le priorità dei manifestanti il mantenimento del punto nascitePresenti anche molti bambini
Quasi diecimila persone secondo gli organizzatori hanno sfilato per l’ospedale. FOTOSERVIZIO ZILLIKENTra le priorità dei manifestanti il mantenimento del punto nascitePresenti anche molti bambini

Quando la testa del corteo è arrivata all’ospedale, qualcuno stava ancora scendendo da via IV novembre, da dove la manifestazione in difesa del “San Lorenzo” è partita. «Ringraziamo le quasi 10 mila persone che sono qui oggi», ha esclamato dal palco il presidente del consiglio comunale di Valdagno, Martino Gasparella, una della anime della protesta. E non è andato molto lontano dalla realtà, con una partecipazione che si è attestata tra le 7 e le 8 mila persone.

«Abbiamo fatto vedere che noi ci siamo - ha dichiarato il primo cittadino di Valdagno, Giancarlo Acerbi, unico tra i sindaci a prendere la parola -. E che ci saremo a garantire serietà, onestà e trasparenza. La salute non ha un colore politico e noi ne siamo la dimostrazione. Il punto nascite è un fondamentale per la nostra valle e con esso l’intero ospedale. Viviamo in un’area montana e se non si vuole mettere in fuga la popolazione, è necessario mantenere e potenziare i servizi».

Sul palco anche due tra i principali motori della sollevazione popolare di queste settimane, il presidente di “Progetto salute Valle Agno” Giovanni Perazzolo ed Elena “Nena” Fontebasso che si è fatta portavoce del movimento spontaneo di donne e mamme da cui tutto è partito, un piccolo gruppo creato su WhatsApp che in pochi giorni si è strutturato arrivando, grazie al supporto di Comuni e consigli comunali, a raccogliere 15 mila firme in difesa del “San Lorenzo”.

Presenti anche i primi cittadini di Recoaro, Giovanni Ceola, Castelgomberto, Lorenzo Dal Toso, il vice-sindaco di Cornedo Dino Grande e l’assessore di Brogliano Santo Montagna, sindaco fino ad un paio di settimane fa. Subito dietro i consiglieri comunali di tutta la valle e, con loro, anche il parlamentare Pd Federico Ginato («La chiusura del punto nascite di un ospedale terminato solo nel 2004 sarebbe un vero e proprio inno allo spreco. C’è una decisione da prendere e spetta al presidente Zaia. Se ne assuma la responsabilità») e i consiglieri regionali Giovanna Negro di Veneto del Fare e Jacopo Berti, capogruppo M5S («Non si può restare sordi a una richiesta così importante e abbiamo già depositato un’interrogazione in Regione», ha detto). A seguire il movimento spontaneo di donne e mamme e poi un fiume di cittadini, in molti con maglia bianca come da indicazione degli organizzatori, e tanti bimbi. Migliaia i palloncini blu e rosa, come i fiocchi per i nuovi nati, liberati in cielo in chiusura.

Ieri, gli amministratori si aspettavano di poter dare una risposta definitiva sul possibile accorpamento del punto nascite ad Arzignano, ma ancora un’indicazione definitiva non c’è. Tutto parte dalla riorganizzazione dei servizi sanitari dell’Ulss 5, in vista del cantiere per il nuovo ospedale di Montecchio. Il timore dei Comuni è che dopo la temporanea ridistribuzione dei reparti il “S. Lorenzo” possa andare verso la chiusura. Timore però più volte smentito dai vertici regionali. Per questo “muro contro muro” con la regione, dalla protesta si è sfilato Davide Faccio, sindaco di Trissino.

Karl Zilliken

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