<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

In dieci anni oltre mille anziani in più

Un anziano al museo. In futuro le politiche sociali saranno rivolte sempre più agli over 65 anni
Un anziano al museo. In futuro le politiche sociali saranno rivolte sempre più agli over 65 anni
Un anziano al museo. In futuro le politiche sociali saranno rivolte sempre più agli over 65 anni
Un anziano al museo. In futuro le politiche sociali saranno rivolte sempre più agli over 65 anni

Il numero degli anziani è in continuo aumento. In quasi 10 anni gli over 65 sono passati da 6 mila 407 a 7 mila 70 crescendo del 10%. Ovvero sul totale dei residenti, gli anziani che nel 2008 rappresentavano il 23% , oggi sono il 27%. E proprio in occasione della festa dei nonni, gli addetti ai lavori si sono riuniti per fare il punto della situazione. Fiore all’occhiello dell’area sono le case di riposo, Villa Serena e Fondazione Marzotto di Valdagno e Casa Tassoni di Cornedo «le “tre vecchie” della Valle dell’Agno nate dalla generosità diffusa - così definite Marco Trabucchi, geriatra e professore di neuropsicofarmacologia all’università romana Tor Vergata - Su quel modello di solidarietà bisogna ripensare al futuro. La medicina cambierà il modo di essere degli ospedali e di conseguenza i centri servizi dovranno diventare il fulcro del territorio, con un buon grado di medicalizzazione. Cultura e studio dovranno partire da aree come questa, costruite su grandi tradizioni, dove all’epoca è nato il nuovo».

A condurre il dibattito è stato il ricercatore Luca Romano: «Il cambiamento demografico ha subito un’accelerazione senza precedenti. Si stima che il numero degli ultraottantenni nel 2050 triplicherà. Con la riforma regionale socio sanitaria il baricentro è stato riportato sul territorio. Ora la residenzialità e la domiciliarità devono essere viste come complementari e non in concorrenza». È proprio riferendosi alla riforma regionale il sindaco di Cornedo e presidente del comitato dei sindaci del distretto ovest Azienda Ulss 8 Berica, Martino Montagna ha sottolineato che «la fusione deve coinvolgere anche le case di riposo intese come luoghi di affettività e vicinanza. Oggi si deve guardare all’unità e anche nella nuova Ulss si sta lavorando per un documento di armonizzazione». Il sindaco Giancarlo Acerbi ha puntato il dito sulle «esigenze che cambiano con la necessità di stare al passo con i tempi, capire la situazione attuale dell’offerta e monitorare i mutamenti». La crisi culturale e dei valori è stata al centro dell’intervento di Roberto Volpe, presidente dell’Unione regionale istituti per anziani della regione Veneto: «La burocrazia sta facendo perdere di vista il vero obiettivo. I nostri anziani devono tornare ad essere i protagonisti e la politica deve avere di nuovo il timone analizzando la società, conoscendola e prevedendone i mutamenti». Poi la voce della Regione con Maria Chiara Corti dell’area sanità e sociale che, partendo dal crollo della natalità, dalla diversa posizione della donna nella società, sempre più lavoratrice, e dall’aumento dell’aspettativa di vita ha sottolineato come «in Veneto a fronte di 240 mila non autosufficienti il 35% riceve una risposta formale, mentre il 65% riceve una soluzione informale che si tramuta in almeno 31 mila badanti. Occorre mettere insieme le forze e integrare i servizi». Giovanni Pavesi, direttore generale della Ulss 8 Berica ha concluso: «Il futuro richiede più impegno e la partecipazione di tutti per un governance del settore, potenziando servizi come quello diurno e arrivando ad un mix di residenzialità e domiciliarità, garantendo l’equità di accesso ai residenti delle due ex Ulss 5 e 6».

Veronica Molinari

Suggerimenti