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In bicicletta sui sentieri
«È da irresponsabili»

Sempre più appassionati di mountain bike percorrono sentieri vietati
Sempre più appassionati di mountain bike percorrono sentieri vietati
Sempre più appassionati di mountain bike percorrono sentieri vietati
Sempre più appassionati di mountain bike percorrono sentieri vietati

Sentieri del Cai usati dai ciclisti. Sono tanti i casi segnalati in questa estate 2016 di amanti delle due ruote che percorrono le piccole vie in sella al loro mezzo. Ad esempio uno dei più gettonati è il sentiero che dal passo Tre Croci, noto come passo della Lora, scende al rifugio “Cesare Battisti” alla Gazza. Un comportamento che le sezioni del Cai, il club alpino italiano, di Recoaro Terme e Valdagno, con l’amministrazione comunale di Recoaro condannano duramente, visto che questi sentieri di montagna, per la loro conformazione, possono essere percorsi solamente a piedi.

«Questo comportamento - sottolineano il sindaco Giovanni Ceola, Enrico Soprana e Maria Teresa Bazzon del Cai - oltre a manifestare una grave irresponsabilità, mette a repentaglio l’incolumità degli escursionisti e procura un degrado al fondo del sentiero, che faticosamente i volontari del Cai cercano di tenere in condizioni di buona agibilità. Si tratta di un episodio che va a peggiorare una situazione delle montagne che presenta già alcune criticità. Sono infatti da tenere costantemente monitorate ad esempio la caduta di massi o tratti franosi».

«In montagna - proseguono - serve sempre la massima prudenza perché il pericolo è dietro l’angolo». La legge, precisamente l’articolo 33 della legge regionale 13 del 2012, stabilisce che i percorsi per i ciclo-escursionisti devono essere opportunamente autorizzati e segnalati. In assenza di tabelle indicative vige il divieto di transito, per i ciclo-turisti, nei sentieri del Cai le cui dimensioni non consentono il passaggio contemporaneo della bicicletta e della persona, ferma restando la possibilità di accompagnare a mano le biciclette. Ceola, Soprana e Bazzon sintetizzano.

«Al di là delle norme, il buonsenso dovrebbe comunque portare alla prudenza e al rispetto tra le persone, per ridurre il rischio di incidenti che potrebbero avere conseguenze anche gravi e affinché la montagna possa essere frequentata in sicurezza da tutti. Il fascino della montagna merita il rispetto di chi la frequenta».

Inoltre sempre nelle Piccole Dolomiti c’è un altro problema che si trascina da anni. Quello del danneggiamento delle tabelle. Purtroppo c’è ancora chi manomette quello che per gli escursionisti è un segnale di grande importanza e, inoltre, è pagato da tutti visto che vengono finanziati dalla Comunità Montana che è un ente pubblico. I segnali sono fondamentali per la sicurezza di chi va in montagna. Nelle tabelle compare il numero del sentiero, le località, il tempo di percorrenza.

Luigi Cristina

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