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In arrivo un milione per il “Dopo di noi” Servono i progetti

Giovani in carrozzella fanno sport,  resta il problema del “dopo di noi”
Giovani in carrozzella fanno sport, resta il problema del “dopo di noi”
Giovani in carrozzella fanno sport,  resta il problema del “dopo di noi”
Giovani in carrozzella fanno sport, resta il problema del “dopo di noi”

[FIRMA]La legge c’è e i finanziamenti anche. A breve arriveranno i progetti da una vallata dove il “Dopo di noi”, ovvero il programma regionale per realizzare percorsi e soluzioni innovative per i disabili gravi che rimangono soli, trova terreno fertile. Tutti gli attori si sono dati appuntamento a palazzo Festari per “Prospettive future per i servizi socio-assistenziali ai disabili: sfide e opportunità per la costruzione di reti territoriali”. «Qui esiste la volontà di progettare servizi - ha esordito Giovanni Pavesi, direttore generale dell’Ulss 8 Berica -. Il 25 giugno scadrà il bando per presentare i progetti e si creeranno proposte: non devono essere realizzate cittadelle staccate dal contesto sociale. Con il finanziamento di un milione di euro a disposizione dell’Ulss servono progetti di forte inclusione». E le idee ci sono, come confermano Laura Masorgo e Matteo Rossato, presidenti della cooperativa valdagnese Primula, che segue 80 persone con disabilità, e Recoaro solidale con una quarantina di assistiti: «Stiamo valutando di presentarci come partner con i Comuni, la rete di volontari e famiglie. Primula presenterà un percorso di accompagnamento alla vita indipendente e Recoaro solidale di residenzialità». Il sindaco Giancarlo Acerbi sottolinea: «La cura della persona in difficoltà è indice della sensibilità di un’amministrazione e il “dopo di noi” deve essere affrontato con pragmatismo e visione futura». E se Martino Montagna, presidente della conferenza dei sindaci, ribadisce come «sul tema l’attenzione è massima quanto la disponibilità», l’assessore ai servizi sociali Rina Lazzari afferma: «È necessario cogliere i bisogni della famiglia e dei disabile per arrivare alla legge». Ed ecco Marcello Cabianca, papà di Giovanni: «Ricordo la legge sull’integrazione scolastica dei disabili, la norma 104 sui permessi per l’assistenza parentale e quella sulla vita indipendente: tutte frutto di pressioni dal basso. Oggi l’attenzione sta calando. Le associazioni che si occupano di servizi socio assistenziali devono essere affiancate da professionisti». Per l’assessore regionale al sociale Manuela Lanzarin «la legge “Dopo di noi” è una sfida con nuove opportunità. Ci aspettiamo che l’integrazione tra pubblico e privato proponga modelli innovativi. È tutto da costruire e dobbiamo pianificare le risposte sui cambiamenti sociali in atto».Il coordinatore nazionale dell’osservatorio sanità Anap -Confartigianato Vicenza, Carmelo Rigobello aggiunge: «L’obiettivo è evitare la solitudine nel dopo di noi. Bisogna parlare, diffondere, promuovere idee, attivare assistenza e servizi nella logica di rete, magari coinvolgendo le scuole». Mauro Burlina, responsabile del servizio per le disabilità dell’Ulss conclude: «La nuova legge è una sfida per ripensare la qualità di vita delle strutture socio-sanitarie, per migliorare la collaborazione tra pubblico e privato favorendo forme di coprogettazione per nuovi modi di abitare e assistere». [END]© RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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