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Il tessile è vivo, ma mancano allievi

La Marzotto rappresenta anche un valore affettivo per la realtà di Valdagno.   VE.MO.Il tavolo dei relatori al convegno sul tessile a palazzo Festari. VE.MO.
La Marzotto rappresenta anche un valore affettivo per la realtà di Valdagno. VE.MO.Il tavolo dei relatori al convegno sul tessile a palazzo Festari. VE.MO.
La Marzotto rappresenta anche un valore affettivo per la realtà di Valdagno.   VE.MO.Il tavolo dei relatori al convegno sul tessile a palazzo Festari. VE.MO.
La Marzotto rappresenta anche un valore affettivo per la realtà di Valdagno. VE.MO.Il tavolo dei relatori al convegno sul tessile a palazzo Festari. VE.MO.

Un comparto vivo e frizzante che ha bisogno di nuova linfa. Il mondo del tessile è in perfetta salute, ma mancano i professionisti del futuro. A far emergere la situazione sono stati i guru del settore manifatturiero che si sono dati appuntamento a palazzo Festari per una tavola rotonda organizzata da Guanxinet Network e Italia Innovation. E se in sala erano presenti anche 27 studenti arrivati da atenei di tutto il mondo, si sentiva il vuoto dei giovani della città. A sottolineare come strida lo stato di salute del tessile con il numero di iscritti all’istituto industriale “Marzotto” è stato Riccardo Illy, presidente del gruppo Illy e già governatore del Friuli Venezia Giulia, che ha condotto la serata: «Quest’anno solo 12 ragazzi hanno scelto il percorso di studi che offre invece grandi opportunità di lavoro. Se non si cambia rotta tra qualche anno ci saranno problemi per la “Marzotto” a trovare tecnici specializzati in zona». Rimane forte, quasi indissolubile, il legame con la Fabbrica. A dimostrarlo sono le centinaia di valdagnesi presenti a “Il futuro dell’economia tessile. Valdagno, prima capitale dell’economia sostenibile”. E proprio l’amministratore delegato del “Gruppo Marzotto”, Davide Favrin ha preso la parola per primo: «Una realtà con 183 anni di storia che ha rafforzato la posizione di leader nel mercato anche con acquisizioni prestigiose coprendo tutte le fasce di prodotto. Il bagaglio culturale, le tecnologie e il know how che rimangono la nostra forza hanno portato un fatturato aggregato di 450 milioni di euro, 15 stabilimenti tra Italia e il resto d’Europa e 4.200 dipendenti. Ci attendo grandi sfide. Abbiamo bisogno dei giovani e, per primi, di quelli della città legata in modo quasi sentimentale con l’azienda». E se il futuro del comparto non è in dubbio, la strada da seguire è indicata da Giovanni Bonotto direttore creativo di “Bonotto spa” e dal suo concetto di “fabbrica lenta”: «Accanto alla nuova figura del “consumautore” che si sostituisce al consumatore e che sempre più cerca prodotti con fortissima identità, occorre concretizzare i concetti di meno quantità e più addetti, con uso di tecnologie meccaniche accanto a quelle digitalizzate. Questo porta a maggiori guadagni attraverso l’innovazione senza perdere di vista il valore dell’economia circolare, ovvero del riutilizzo di materiali evitando sprechi». Di qualità e sostenibilità come pilastri ha parlato Fabrizio Servente, global brand advisor di Woolmark Company: «Questo è l’asset del tessile che deve caratterizzare tutti gli anelli della filiera. Distretti come questo sono l’eccellenza nel tessile, resi possibili dalla passione che li anima che deve essere sostenuta anche dalle istituzioni pubbliche». Un ultimo appello ai giovani è stato lanciato da John Bruce, docente alla Parsons School of Design di New York: «Sono colpito dalla competenza e dal coraggio, affascinato dall’idea di città aziendale e da quello che ha significato per Valdagno - sono state le sue parole -. Guardo al coraggio di Luigi Marzotto e mi rivolgo ai giovani che devono avere lo stesso spirito. Occorre continuare a creare infrastrutture sociali che possano sostenere la comunità e le realtà produttive». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Veronica Molinari

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