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Il gallo di Maso salvato dall’Australia

Il gallo posto sopra la croce, prima dell’intervento di restyling. FOTOSERVIZIO MOLINARILa croce da sostituire
Il gallo posto sopra la croce, prima dell’intervento di restyling. FOTOSERVIZIO MOLINARILa croce da sostituire
Il gallo posto sopra la croce, prima dell’intervento di restyling. FOTOSERVIZIO MOLINARILa croce da sostituire
Il gallo posto sopra la croce, prima dell’intervento di restyling. FOTOSERVIZIO MOLINARILa croce da sostituire

Ha fatto il giro del mondo la foto del gallo che domina il quartiere Castello-Maso. Dopo 67 anni le immagini del 1950 dell’animale posto sulla cima della croce, che serviranno per restituire i colori originali durante il restauro, sono nelle mani del presidente del comitato, Andrea Zoso. Ma con la promessa di tenerle nel cassetto fino all’anno prossimo. Quello che si sa per ora è che lo scatto, che immortala l’artista autore del galletto è stato spedito dall’Australia dal fotografo dell’epoca, Zenebrio Nicoletti, che l’ha sempre tenuto con sè, prima in forma cartacea poi digitale. È stata Elsa Lorenzi, anche lei lontana ormai dal quartiere d’origine, a far tornare la foto a casa. Oggi la croce, alta nove metri e larga 4, è sotto i ferri per farla tornare agli antichi splendori. «L’ultimo intervento di manutenzione era stato nel 1997, quando il simbolo del quartiere è stato sostituito perché marcio - racconta Andrea Zoso -. Dopo vent’anni ci siamo accorti che il legno è stato danneggiato e si è reso necessario rimuovere la croce e rifarla. Tutto tranne il galletto che sarà recuperato, sottoponendolo a sabbiatura e riproducendo i colori originali grazie alle foto che abbiamo ricevuto due anni fa».

Era il 1926 quando alcune famiglie della contrada Borgheri, tra cui Slaviero e Zanuso, ripristinarono la croce. «Non si conosce la data a cui risale quella precedente - ammette Zoso -. Sicuramente serviva come linea di demarcazione tra le parrocchie di San Clemente e Campotamaso. Nel 1950 i residenti, capitanati da Silvio Menti, decisero di sostituirla con una che aveva le misure di quella attuale e vi posero sulla cima il gallo di 70 centimetri, opera di Giuseppe Visonà detto “Il birola” che lo costruì su uno scheletro di legno rivestendolo con rame e lamiera».

In quell’occasione diventa una delle sette croci di processione presenti in vallata e inizia la tradizione di una festa annuale con i due parroci che la benedicono. La posizione sarebbe stata scelta perché punto di arrivo dei pellegrinaggi che partivano da Santa Maria di Panisacco e dalla Valle di Ognissanti. Nel 1978, con un ulteriore rifacimento della croce, nasce l’ “Antica sagra della croxe del galo” che ancor oggi impegna il quartiere a giugno.

«Il consiglio Castello-Maso quell’anno decise di far diventare un appuntamento fisso la festa nata in sordina e nel 1997 le famiglie Perin e Lorenzi hanno donato i palo di castagno, i “cantili”, che fino ad oggi ha tenuto testa al passare del tempo - spiega Zozo -. Negli ultimi vent’anni la manutenzione è stata continua, ma in questi giorni abbiamo rimosso la croce che verrà rifatta, con i fondi raccolti durante l’ultima sagra. La riavremo per festeggiare i 40 anni e in quell’occasione renderemo pubbliche le foto originarie».

Veronica Molinari

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