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Il funzionario Onu
che vuol diventare
il nuovo sindaco

Era il 1998 quando le popolazioni di origine albanese in Kosovo fuggirono dalle città kosovare
Era il 1998 quando le popolazioni di origine albanese in Kosovo fuggirono dalle città kosovare
Era il 1998 quando le popolazioni di origine albanese in Kosovo fuggirono dalle città kosovare
Era il 1998 quando le popolazioni di origine albanese in Kosovo fuggirono dalle città kosovare

Da Recoaro per esportare la pace nel mondo. Ad ogni chiamata risponde “presente”, per vivere la sua esperienza di diplomatico internazionale. Ma ad ogni partenza segue un ritorno al riparo delle Piccole Dolomiti con un bagaglio sempre più pesante. E con questo bagaglio Davide Branco, recoarese doc di 56 anni, potrebbe riservare sorprese: «Futuro sindaco di Recoaro? Mai dire mai. Sono in tanti a chiedermelo, per avere qualcuno che crede nello sviluppo sostenibile, fuori da logiche di partito, impegnato nella società con una visione aperta e internazionale, ma nato e cresciuto nelle contrade di Recoaro. Dovrei rinunciare a tutti i miei incarichi negli alpini, nella Protezione civile, in Provincia, nelle associazioni di volontariato, ma non lo escludo».

Le origini sono in contrada Fracassi, papà carabiniere e mamma cuoca, ma lascia presto la provincia per laurearsi a Padova con specializzazione in economia politica, consegue due master in Inghilterra e fa carriera come manager e consulente per imprese e associazioni di categoria. La svolta nel 2001, quando diventa “esperto senior” con incarichi internazionali per l’Unione europea e l’Onu in Kosovo. Da lì è un susseguirsi di viaggi in terre sempre più lontane: Slovenia, Bosnia, Serbia, Croazia, Romania, Macedonia, Turchia e Uzbekistan. «Per salvare la vita a un neonato in una caserma, o vedere con una stretta allo stomaco un bambino chiedere una moneta in cambio di una pesata sulla sua bilancia sgangherata - racconta -. Ho toccato con mano troppe ingiustizie e inefficienze in molti teatri post bellici, in condizioni estreme dove anche il clima è nemico, come a Pristina quando anche lo shampoo si congelava. Ora voglio raccogliere la mia esperienza in un libro che racconta 15 anni di impegni».

Tutto inizia il 5 aprile 2001, giorno del suo compleanno, con l’atterraggio del Fokker 100 della Austrian Airlines all’aeroporto di Pristina di Kosovo, dove sventolava la bandiera italiana. «A un esperto di diritto internazionale può essere chiesto di tutto: dal partecipare a progetti per creare il ministero del commercio o le agenzie regionali, per introdurre il diritto commerciale. In Kosovo dovevo sostenere lo Stato nel processo di adesione all’Organizzazione mondiale del commercio, in Slovenia introdurre il sistema dei distretti industriali o creare il sistema del controllo fito-sanitario, in Bosnia riorganizzare le associazioni di categoria, in Serbia, Croazia e Turchia generare occupazione giovanile e stimolare imprenditorialità. Non contano i gradi, ma le capacità: bisogna essere veloci ed efficaci».

Nonostante le missioni internazionali lo impegnino per gran parte dell’anno, il cuore e la testa rimangono a Recoaro. «Per fare questo tipo di carriera bisogna rivolgersi a organizzazioni estere - conclude -. Gli esperti internazionali Ue con passaporto italiano, specializzati nei Balcani e nello sviluppo economico-sociale, si contano sulle dita di una mano. Gli enti italiani sono fuori: bloccati dalla burocrazia e dalla poca capacità decisionale».

Veronica Molinari

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