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Il decano dei legali «Bei tempi quando c’erano le preture»

Enrico Petrin premiato dalla presidente dell’Ordine Anna Parise. G.Z.
Enrico Petrin premiato dalla presidente dell’Ordine Anna Parise. G.Z.
Enrico Petrin premiato dalla presidente dell’Ordine Anna Parise. G.Z.
Enrico Petrin premiato dalla presidente dell’Ordine Anna Parise. G.Z.

Mezzo secolo ad esercitare la professione di avvocato. Enrico Petrin, 82 anni portati alla grande, nei giorni scorsi ha ricevuto, il solo quest’anno in tutta la provincia, la Toga d’Oro, riconoscimento che l’Ordine degli avvocati conferisce a chi ha raggiunto i 50 anni di professione. Attività, svolta in ambito civile e penale, che lo ha reso testimone dell’evolversi e dei cambiamenti della nostra società. «Se oggi la maggioranza delle cause – racconta – sono riferibili a divorzi, separazioni, affidamento dei figli, all’inizio della mia carriera erano le querele riguardanti l’usucapione: ne ho affrontate tantissime, specialmente a Recoaro dove le proprietà si vendevano a voce e al catasto risultavano nomi diversi. Una costante invece sono le questioni ereditarie, e quelle più feroci riguardano i fratelli: quando non vano d'accordo è una battaglia continua, finisce che non si parlano più». Cambiato il tenore delle cause, pure la giustizia si è modificata… «Ricordo i tempi in cui a Valdagno c'era la Pretura, prima sopra il Caffè Garibaldi e poi in via IV Novembre. Funzionava bene, anche perché siamo stati fortunati ad avere un pretore come Dario Crestani, forse il migliore in provincia per competenza e celerità. Poi c’è stato il trasferimento a Schio, ora è tutto raggruppato a Vicenza dove si è creato un imbuto: ogni riforma non ha fatto che peggiorare la situazione». Ci sono poi gli esempi di giustizia lenta. «Un infortunio sul lavoro accaduto nel 1999: siamo arrivati a sentenza, è stato presentato appello, sicuramente si andrà in cassazione. Credo sarà una causa di cui non vedrò la fine». Enrico Petrin è stato anche persona attiva nella vita politica, sociale e culturale di Valdagno. È stato consigliere comunale e assessore all’edilizia e urbanistica. «Un aneddoto? Quando Andreotti presenziò alla posa della prima pietra del nuovo ospedale, disse che era contento perché sapeva che al nord le opere vengono concluse. Mi strappò l’appaluso, ma poi ripensandoci mi dissi: tu sei stato al governo per decenni, perché non hai risolto la cosa?». Da segretario della Dc riuscì a portare a Valdagno nel ’70 il liceo artistico «grazie all’aiuto di Mariano Rumor». Per 12 anni è stato presidente della ProValdagno, dando vita alla Sgambelada e alla Festa d’Autunno. Per 20 anni è stato presidente degli Amici del Teatro, portando a Valdagno, iniziando dal Rivoli che visse così la sua ultima stagione, le più prestigiose compagnie teatrali. «Erano gli anni del dopo Marzotto: prima pensava a tutto il conte, portando a Valdagno eventi che tutta la provincia ci invidiava. Ripartire non fu affatto facile». Tra i ruoli ricoperti anche quelli di presidente della scuola professionale Casa della Gioventù di Maglio di Sopra, e presidente del Lions Club Valdagno. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Giorgio Zordan

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