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I 50 anni della parrocchia
«Si pregava in palestra»

Dall’archivio Preto-Zilio l’uscita dalla palestra dopo la messaTra le foto di Rino Preto e Massimo Zilio anche una Comunione
Dall’archivio Preto-Zilio l’uscita dalla palestra dopo la messaTra le foto di Rino Preto e Massimo Zilio anche una Comunione
Dall’archivio Preto-Zilio l’uscita dalla palestra dopo la messaTra le foto di Rino Preto e Massimo Zilio anche una Comunione
Dall’archivio Preto-Zilio l’uscita dalla palestra dopo la messaTra le foto di Rino Preto e Massimo Zilio anche una Comunione

La parrocchia di Ponte dei Nori ha mezzo secolo di vita. Non è stata la chiesa a richiamare i fedeli, ma sono stati proprio loro a desiderare un luogo in cui pregare. Questo desiderio era tanto forte da spingere la comunità a riunirsi all’interno della palestra della scuola elementare per due anni. Il Ponte dei Nori, fino al secondo dopo-guerra, è stato perlopiù campagna. Lo sviluppo della città laniera si interrompeva all’altezza della chiesetta di San Cristoforo. Poco distante dal ponticello che attraversava l’Agno, dal XV secolo, c’era contra’ Nori, che prende il nome da una famiglia cornedese proprietaria dei terreni circostanti. Nel 1953 si era creato un nucleo di 2 mila 500 abitanti e la previsione era di un raddoppio nel giro di poco tempo, sia grazie all’intervento degli istituti di edilizia popolare, sia per lo spostamento di numerosi privati a sud della città. Nel 1953 nasce l’idea di una nuova parrocchia e, un anno dopo, viene eletto un comitato con il compito di studiare questa possibilità. Nel 1964 fu nominato il primo parroco, don Bruno Tomba e fu proprio grazie a lui che il 21 febbraio 1965 fu celebrata la prima funzione in palestra. Il 26 febbraio 1966 il vescovo di Vicenza, monsignor Zinato, benedisse la prima pietra ed il 18 giugno dell’anno successivo nacque Santa Maria Madre della Chiesa. Una chiesa che non è nata immediatamente com'è oggi: dopo oltre 30 anni dalla consacrazione è stato attuato un progetto per completare le opere parrocchiali. Sempre nel 1998, dalla chiesa Casa Buoni Fanciulli di Costozza è stato acquistato e ristrutturato, con la collaborazione della Scuola di musica “Marzotto”, un organo liturgico. Oltre alla casa “Lelia” dedicata ai soggiorni estivi a Castelvecchio, nel 2016 è stato restaurato anche l’omonimo stabile di via Sette Martiri. Da ultimo, l’anno scorso sono stati ristrutturati il tetto e le scale d’ingresso della chiesa. Dopo don Pozza, si sono succeduti alla guida della comunità don Natalino Ledro, don Pietro Miglioranza , don Luigi Simioni, don Fabio Ziliotto e, ora, don Matteo Menini, mantenendo ed anzi accrescendo il numero di fedeli che frequentano la parrocchia che, intanto, è diventata Unità pastorale Massignani-Ponte dei Nori.

«Ho ereditato una bella parrocchia - racconta don Matteo -. Chi mi a preceduto 20 o 30 anni fa ha creato buoni cittadini». Ponte dei Nori è una parrocchia che non ha paura di affrontare problematiche difficili, come l’accoglienza dei migranti, il carcere o la povertà: «Mi ritrovo ad analizzare ed affrontare problematiche del nostro tempo - prosegue il parroco -. Lo facciamo come cristiani e come cittadini, ci occupiamo di profughi, violenza sulle donne e senza fissa dimora. Il buon cittadino coincide con il buon cristiano, ognuno con le proprie lacune. La spinta ad un confronto con la realtà l’ha data anche Papa Francesco». Un atteggiamento un po’ in controtendenza che sembra portare ottimi risultati: «Non siamo in contro-tendenza, ma in tendenza con il Vangelo. La chiesa è sempre piena e non vedo alcuna crisi tra i miei fedeli».

Karl Zilliken

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