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«Ho mollato tutto per le mie mucche»

Le dieci “pezzate” che Christian coccola tutti i giorni nella stalla di Castelvecchio. FOTOSERVIZIO MASSIGNANIl volto sorridente del giovane allevatore dopo aver nutrito gli animali
Le dieci “pezzate” che Christian coccola tutti i giorni nella stalla di Castelvecchio. FOTOSERVIZIO MASSIGNANIl volto sorridente del giovane allevatore dopo aver nutrito gli animali
Le dieci “pezzate” che Christian coccola tutti i giorni nella stalla di Castelvecchio. FOTOSERVIZIO MASSIGNANIl volto sorridente del giovane allevatore dopo aver nutrito gli animali
Le dieci “pezzate” che Christian coccola tutti i giorni nella stalla di Castelvecchio. FOTOSERVIZIO MASSIGNANIl volto sorridente del giovane allevatore dopo aver nutrito gli animali

La passione per gli animali e per la natura, il desiderio di una vita diversa e non incanalata nei binari della routine. Sono alcuni dei motivi che hanno spinto Christian Sudiro a dedicarsi all’allevamento delle mucche. E non è un caso se l’immagine del suo whatsapp raffigura Peter, il migliore amico di Heidi, con il gregge.

Una stalla in contrada Urbani a Castelvecchio rischiava la chiusura visto che il proprietario, senza figli, aveva problemi di salute. Allora ci ha pensato Christian a rimboccarsi le maniche e a scommettere su un lavoro che di solito i giovani snobbano, preferendo altre soluzioni.

Christian Sudiro ha 22 anni e già da uno si dedica a mandare avanti l’allevamento. Lo fa da solo, occupandosi di dieci mucche e quattro vitelli. Si tratta di pezzate rosse e la produzione di latte viene venduta al caseificio di Altissimo.

«Fin da piccolo - racconta Christian - amavo gli animali e a casa, ai Facchini di Recoaro, avevo delle capre. Poi ho acquistato la prima mucca parcheggiandola in una stalla di un conoscente».

Prima del grande salto c’è stato un periodo di cinque mesi trascorso in una azienda agricola dove ha appreso i segreti del mestiere: «Ho imparato osservando e facendo tante domande a chi aveva più esperienza di me» sintetizza con estrema semplicità il ragazzo.

La giornata tipo del giovane comincia prestissimo. «La sveglia suona tutte le mattine alle 5 e, come si può immaginare, non esistono giorni di festa. Mezz’ora dopo - racconta Christian - inizia la pulizia delle mucche, delle lettiere, lavo lo speciale frigo nel quale lascio il latte che il caseificio preleva ogni mattina alle 4.45 visto che sono il primo del giro. Poi porto il fieno e il mangime per le vacche e i vitelli».

«Le mucche - spiega - vengono munte una alla volta con una mungitrice a secchio. Verso le 7 si può tirare il fiato ma in stalla c’è comunque sempre qualcosa da fare. Le operazioni vengono ripetute nel pomeriggio con le vacche che, a seconda della stagione, vengono munte alle 17 o alle 18.30».

Christian adesso è tornato a fare il pendolare dai Facchini, ma durante l’estate aveva portato una roulotte, che la famiglia utilizzava per le vacanze, e l’ha piazzata vicino alla stalla per avere un appoggio: «Ho dormito lì, senza dover tornare a casa tutte le sere, anche perché a luglio ed agosto, con il caldo, le giornate erano ancora più faticose. Cerco di essere il più indipendente possibile: ogni tanto mio papà mi aiuta, ma cerco di fare da solo».

Anche quando si tratta di far nascere un vitellino: «Se la mucca non ha problemi non serve il veterinario. Ormai sto diventando esperto». Lui con i suoi animali ha un bel rapporto: «Capita che ci sia qualche mucca con un carattere più difficile da gestire, ma di solito sono docili. Magari non le chiamo proprio per nome, ma sicuramente mi sono affezionato a ognuna di loro».

Il grande dilemma sarà capire se la passione e il portafoglio vanno nella stessa direzione: «Il lavoro è duro, non ha orari ma mi piace - ammette Christian -. Certo, devo valutare se e quanto sia vantaggioso economicamente per capire se posso permettermi di andare avanti in questa avventura e continuare un lavoro che è prima passione».

Luigi Cristina

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